Aveva chiesto il rito alternativo, che gli evitato l’ergastolo. Condanna a 30 anni di reclusione, così come aveva chiesto il Pubblico Ministero il mese scorso, per Angelo Lavarra, imputato per l’omicidio della moglie Anna Filomena Baretta, dalla quale si stava separando.
La guardia giurata, come si ricorderà, aveva simulato il suicidio della donna, raccontando di aver trovato il suo cadavere riverso sul pavimento in camera da letto.
“Ha afferrato la mia pistola d’ordinanza e si è sparata”, aveva raccontato insistentemente e per mesi il metronotte, che nel frattempo era stato arrestato per omicidio, dopo che i Carabinieri del comando provinciale di Vicenza avevano scoperto la messa in scena. Grazie al luminol, erano stati i Ris a far emergere i segni di trascinamento del cadavere, che era stato rimosso dalla scena del delitto iniziale. Segno evidente che Lavarra aveva ripulito le tracce del sangue fuoriuscito dal corpo della povera commessa, ‘colpevole’ di volere la separazione da un marito che durante gli anni di matrimonio l’aveva fatta finire ben due volte in ospedale per percosse.
Mille euro devoluti allo Sportello Donna dedicato ad Anna
di Redazione Altovicentinonline