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Il West Nile è una nuova minaccia, il Veneto la regione più colpita

“I pazienti che abbiamo in questo momento ricoverati in terapia intensiva all’ospedale di Padova con forme gravi neuroinvasive di West Nile hanno un’età media di 74 anni e comorbidità”, patologie di base. “Sono soprattutto maschi. Poi ci sono anche persone di età inferiore a 60 anni che hanno un interessamento del sistema nervoso minore e non hanno necessità di accesso” in rianimazione. “Il caso più giovane in terapia intensiva aveva 51 anni”. A tracciare all’Adnkronos Salute l’identikit dei pazienti colpiti più duramente dal virus è Marina Munari, responsabile della Neuroanestesia e Neurorianimazione dell’Azienda ospedale università di Padova, che in questi giorni ha una particolare concentrazione di casi.

I sintomi delle forme neuro-invasive? “Quello che accomuna un po’ tutti questi casi è una febbre iniziale, anche abbastanza violenta in alcuni casi”, illustra l’esperta. “Poi, a seconda che ci sia un’encefalite o una meningoencefalite c’è un’alterazione della coscienza che a volte può arrivare fino al coma o altri disturbi neurologici e focali e i pazienti che abbiamo visto adesso sono caratterizzati pressoché nella totalità da una paralisi flaccida che interessa tutti e quattro gli arti”. E’ una condizione “importante e molto gravosa dal punto di vista clinico, fa sì che vi sia dipendenza dalla ventilazione meccanica, perché il paziente non è in grado di respirare da solo”.

Palù e vaccini

Il vaccino basato sul virus inattivato contro il West Nile esiste già per i cavalli ed uno per uso umano è stato sperimentato otto anni fa. A mancare fino ad oggi è stata la volontà delle industrie farmaceutiche di svilupparlo. Lo dice Giorgio Palù, presidente dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e professore di Virologia all’Università di Padova. .

 

La febbre del Nilo Occidentale spiegata dal Reparto Malattie Infettive del Ca’ Foncello di Treviso – YouTube