Il Veneto e Vicenza fuorilegge per polveri sottili.
“L’Italia è davanti a un bivio: pagare una multa miliardaria per inadempienza alla Commissione Europea, stimata da 1.5 a 2.3 miliardi di euro, oppure agire efficacemente e con urgenza per ridurre l’inquinamento delle nostre città”. Il nostro Paese ha infatti all’attivo tre procedure di infrazione con la Commissione, in territori dove la salute dei cittadini è stata messa ripetutamente a rischio per le elevate concentrazioni degli inquinanti atmosferici. “Eppure, l’Italia resta ferma, in un immobilismo che potrebbe costarci molto caro”. Intanto, però, nella poco dignitosa gara a chi fa di meno, insieme al Governo nazionale, trionfa la Regione Lombardia, entrambi con solo il 15% delle azioni completate. Segue la Regione Piemonte (con solo il 25% delle promesse mantenute). Si difendono con neanche il 40% dei compiti espletati il Veneto e l’Emilia-Romagna. Tra le promesse attese in autunno, le limitazioni alla circolazione nelle città dei vecchi diesel euro4: al momento, solo l’Emilia-Romagna sembra confermare lo stop. Lo Stato invece ha promesso di decretare limiti di velocità più bassi sulle autostrade quando c’è inquinamento, come in tutti gli altri Paesi confinanti (Francia, Svizzera, Austria e Slovenia), ma ancora non è stato scritto nessun decreto. Abbiamo promesso, per evitare la multa, anche lo stop al carbone, al gasolio nel riscaldamento, la sospensione dei liquami in agricoltura, limiti alla circolazione dei camion inquinanti e la fine dei sussidi ai diesel: tutti disattesi. È quanto emerge dal dossier ‘Mal’aria 2021 edizione speciale – I costi dell’immobilismo’ di Legambiente, nel quale l’associazione segnala i ritardi nell’applicazione dei provvedimenti di emergenza e dei piani di risanamento dell’aria, sia da parte del Governo che delle principali Regioni italiane.
Nel dossier ‘Mal’aria 2021 edizione speciale – I costi dell’immobilismo’, Legambiente analizza le misure strutturali e straordinarie dichiarate, promesse e messe in atto dal Governo e dalle Regioni della Pianura Padana. “È infatti sulla base degli allarmanti dati che arrivano dalle città italiane, che la Commissione Europea chiederà alla Corte di giustizia Europea di definire a breve l’ammontare della sanzione, a cui l’Italia è già stata condannata il 10 novembre scorso, per il superamento continuativo dei limiti di PM10 negli anni che vanno dal 2008 al 2017”, prosegue Legambiente. La multa, salatissima, potrebbe comportare il taglio di futuri fondi europei destinati all’Italia, in primis, e poi alle singole Regioni inadempienti. A questo, si rischia poi il sommarsi delle cifre relative alle procedure di infrazione in corso per altri due inquinanti: PM2,5 e NO2, le cui sentenze sono attese nei prossimi mesi. L’adozione di misure antismog già da questo settembre ’21 potrebbe essere l’unico modo per evitare il superamento dei limiti giornalieri di polveri sottili durante l’autunno e l’inverno prossimi. Inoltre, la riduzione costante e progressiva degli inquinanti dovrà portare al loro dimezzamento (-55%) entro il prossimo decennio, in accordo con il Piano d’azione europeo ‘Verso l’inquinamento zero’. “Il blocco stagionale delle auto più inquinanti, i diesel euro4, era previsto il 1° ottobre 2020 e prorogato con la scusa del Covid19”, dichiara Andrea Poggio, responsabile mobilità sostenibile Legambiente, “al momento Lombardia, Piemonte e Veneto sembrano intenzionate a bloccarli. Per di più, siamo l’unico Paese dell’arco alpino che non limita la velocità sulle strade e le autostrade per inquinamento, ma Stato e Regioni sono tempestivi a distribuire incentivi per le stufe a legna inquinanti o per le auto a combustibili fossili, che inevitabilmente peggiorano la qualità dell’aria delle nostre città”.
Vicenza al terzo posto
Nell’ambiente urbano i due settori che incidono maggiormente sul tasso di inquinamento sono la mobilità e il riscaldamento domestico, ma in alcune città l’inquinamento industriale o l’agricoltura hanno una notevole incidenza. Per accelerare la transizione ecologica e avviare l’Italia “verso l’inquinamento zero”, per l’associazione sarà fondamentale realizzare insieme sia provvedimenti urgenti che riforme e opere strutturali. In particolare, tra i provvedimenti urgenti proposti emergono le seguenti proposte: – sul tema della mobilità, va limitata la circolazione dei veicoli più inquinanti, i bonus e gli incentivi rottamazione all’acquisto di auto a combustione e introdotti limiti di velocità per inquinamento su strade e autostrade. – In campo agricolo, l’associazione chiede il divieto di spandimento liquami in campo senza copertura immediata. – Per quanto riguarda il riscaldamento, è necessario lo stop progressivo all’uso del gasolio entro settembre 2022 nelle città inquinate, lo stop immediato a incentivi fiscali o conto termico e il divieto installazione di stufe a legna o biomasse sotto le 5 stelle. Inoltre, l’associazione sostiene e promuove l’uso delle tecnologie innovative, a partire dalle pompe di calore. Infine, è quanto mai urgente accelerare l’uscita dal carbone per le centrali termoelettriche che ricadono nelle aree oggetto delle procedure di infrazione.
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