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In dirittura d’arrivo la “pace edilizia”. Il mini-condono interesserà l’80% delle case

È in arrivo un pacchetto di norme destinate a favorire la regolarizzazione delle piccole difformità o irregolarità strutturali degli edifici. Secondo uno studio del Consiglio nazionale degli ingegneri, le misure interesseranno quasi l’80% del patrimonio immobiliare italiano.

Non sono ancora ben definiti i confini degli interventi che potranno rientrare nelle nuove misure di regolarizzazione.

Secondo le indicazioni date dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, si potranno sanare solo piccole difformità di natura formale, prevalentemente difformità edilizie “interne”, riguardanti singole unità immobiliari, a cui i proprietari hanno apportato lievi modifiche – ad esempio tramezzi, soppalchi, pareti divisorie – che potevano essere sanate già all’epoca di realizzazione dell’intervento, ma che oggi sono diventate non più sanabili a causa della disciplina della doppia conformità, una norma che impone che l’intervento da sanare sia conforme non solo alle leggi di oggi, ma anche a quelle in vigore al momento in cui gli interventi sono stati fatti.

Inoltre, sarà possibile effettuare i cambi di destinazione d’uso degli immobili tra categorie omogenee.

Come precisato dallo stesso Ministero, la ratio è tutelare i piccoli proprietari immobiliari, che in molti casi attendono da decenni la regolarizzazione delle loro posizioni e che non riescono, spesso, a ristrutturare o vendere la propria casa.

Allo stesso tempo, il condono permetterà di diminuire il carico di lavoro degli uffici tecnici comunali, spesso oberati da centinaia di richieste di sanatorie.

Per Ance, l’associazione nazionale dei costruttori edili, non si tratta di un condono. Come evidenziato da Stefano Betti, vicepresidente dell’associazione «si tratta di cose assolutamente minimali”, definendo il provvedimento «interessante nel breve termine, ma una goccia nel mare rispetto alle soluzioni che bisogna trovare nel medio e lungo termine», auspicando una riforma omogenea della legislazione nazionale urbanistica, per lavorare nell’ambito di una «rigenerazione urbana».

Molte anche le critiche piovute dalla sinistra e da Legambiente, secondo cui i condoni edilizi contribuirebbero a favorire il triste business del mattone illegale.

Fabrizio Carta