Sembrano umane, ma non è detto che lo siano. Saranno gli esami di laboratorio, attese dalla Procura di Vicenza e dai carabinieri della compagnia di Schio, a dare la svolta alle indagini riaperte 20 giorni fa, dopo la segnalazione di un testimone che avrebbe raccontato ai militari dell’Arma di aver rinvenuto nel terreno un tempo dell’allevatore di maiali di Velo d’Astico, parti di un cadavere che potrebbero appartenere alle due mogli scomparse di Valerio Sperotto. Si tratterebbe di ossa che non è detto appartengano alle due donne sparite nel nulla. Non è detto neppure che siano umane.
Sono passati davvero troppi anni e anche la versione dell’uomo, che ha riferito del rinvenimento delle ossa, poi interrate nello stesso terreno, non sembra più credibile. Quanto riemerso dalla terra arida è troppo poco per decifrare un giallo che sembra destinato a rimanere tale. Un’inchiesta, che, tra leggende e ricordi vaghi di quelle due donne che dall’oggi al domani, si volatilizzarono a circa 10 anni l’una dall’altra, morbosità giornalistiche di chi si è appassionato al caso di cronaca nera, potrebbe portare al nulla.
Il racconto del testimone
E’ stato un uomo, la cui identità è strettamente protetta dalla privacy a fare riaprire il caso circa un mese fa’. L’uomo ha costretto la Procura di Vicenza a riaprire l’inchiesta sulla scomparsa delle mogli di Valerio Sperotto, morto da diversi anni, facendo scavare in quelle che erano le sue proprietà. Il testimone ha raccontato ai carabinieri di aver rinvenuto frammenti di ossa usurate dal tempo e, terrorizzato dal macabro rinvenimento, le avrebbe sotterrate nuovamente.
Quindi, preso dai rimorsi di coscienza, a distanza di molti mesi, avrebbe ‘vuotato il sacco’ con i carabinieri raccontando quello che gli era accaduto.
N.B.