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Asiago. L’Altopiano nuova tappa del golf mondiale: ‘Puntiamo all’eccellenza’

Passa anche attraverso un turismo di assoluta qualità la rivoluzione turistica cui ambisce il Comune di Asiago che  ha incontrato a Venezia i massimi vertici della Regione per presentare il progetto di un nuovo campo da golf.

Non solo quindi iniziative sempre più in linea con un profilo ecosostenibile che sembrano caratterizzare da qualche tempo a questa parte l’offerta della cittadina altopianese – che pur non privano i palati più esigenti dei grandi eventi consolidati negli anni – ma la determinazione di affiancare qualcosa di strutturale che caratterizzi Asiago nel Veneto e non solo.

Il master plan presentato alla vicepresidente della Regione Elisa De Berti e all’Assessore al Bilancio Francesco Calzavara, prevede un ampliamento a 27 buche con un percorso di 18 buche Championship course e 9 buche family course, proprio per coprire tutte le richieste del mercato turistico-golfistico sia nazionale che internazionale.

Un progetto al momento di massima che prevede però sin dalla fase embrionale la capacità di ospitare manifestazioni internazionali di qualsiasi livello: un’operazione  strategica per l’Altopiano che dovrà avere poi seguito con l’organizzazione pluriennale di gare di prim’ordine, come l’Open d’Italia, kermesse di assoluto rilievo a livello mondiale che contribuirà così contestualmente a far conoscere le eccellenze della montagna veneta e di tutta la Regione.

Non casuale, nell’idea di perseguire l’eccellenza, la decisione di affidare la redazione del progetto al noto studio ‘European Golf Design’, leader mondiale nella progettazione di campi da golf. Tra le loro realizzazioni più emblematiche e recenti il ‘Marco Simone’ a Roma,  – dove l’anno prossimo si svolgerà la Ryder Cup – Le National di Parigi e il Celtic Manor in Galles dove si sono svolte le passate edizioni europee.

“Siamo consapevoli che il progetto è ambizioso” – commenta il sindaco Roberto Rigoni Stern a Venezia col suo vice Franco Sella – “ma siamo fermamente convinti che se vogliamo fare il salto di qualità dobbiamo dotarci di un impianto prestigioso e riconoscibile. I veri intenditori del golf cercano ‘la firma’ anche nella realizzazione dell’opera, di lì la volontà di affidarci a mani esperte e riconosciute a livello internazionale. A livello di costi, l’ampiamento impegnerà circa 1milione e 800 mila euro, la struttura polifunzionale altri 2 milioni: ora dobbiamo rimboccarci le maniche per reperire questi fondi, non sarà facile e magari lavoreremo per stralci, ma Asiago potrà alla fine diventare un punto di riferimento per i golfisti di tutto il mondo”.

Obiettivo tutt’altro che campato per aria quello della giunta asiaghese, consapevole che, a dispetto delle apparenze, il golf è lo sport più praticato a livello globale con oltre 65milioni di praticanti, tra questi circa 7milioni e mezzo gli europei. Al proposito, una recente indagine realizzata da ‘Sports Marketing Surveys’ ha rivelato tutto il potenziale appeal dell’Italia: il 31% di britannici e irlandesi, il 56% dei francesi, il 71% degli svedesi e il 76% dei tedeschi prenderebbero in considerazione il nostro Paese come meta turistico-golfistica nei prossimi cinque anni. Un paese dove non mancano gli impianti ma c’è voglia di internazionalità e quindi necessità di adeguare strutture belle ma non sempre adeguate alle aspettative ed agli standard.

E questo senza trascurare un altro dato tutt’altro che trascurabile: il golfista in vacanza, sempre secondo indagini di settore, spende mediamente tre volte in più rispetto ad un altro turista. Musica per le orecchie di albergatori – e non solo quelli – del comprensorio, specie nelle stagioni più fiacche.

Marco Zorzi