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Aria e PM 10: è allerta rossa nella provincia di Vicenza. Regione: ‘Il Governo non aiuta’

Un promontorio anticiclonico, esteso sul Mediterraneo centro-occidentale, sta mantenendo sulla regione tempo in prevalenza stabile, senza precipitazioni, con venti deboli sulle zone pianeggianti.
Il fine settimana scorso è stato caratterizzato da una bassa dispersività dell’atmosfera che ha favorito l’accumulo degli inquinanti al suolo. I livelli di PM10 hanno superato nelle giornate di sabato e domenica il valore limite giornaliero in tutti i punti di misura della rete, fatta eccezione per la stazione di Belluno città e le centraline montane di Boscochiesanuova e Pieve d’Alpago. In pianura nella giornata di ieri si sono registrati valori fino a oltre 100 µg/m3 (104 µg/m3 a Treviso Via Lancieri), con la maggior parte delle centraline sopra gli 80 µg/m3.
Livelli di criticità. Il lungo episodio di accumulo ha portato all’attivazione dello stato di allerta rosso nelle zone di Vicenza, Treviso, Padova, Rovigo, San Bonifacio, Castelfranco, Mirano, Cittadella e Este. Permane invece lo stato di allerta arancione nelle zone di Venezia, Verona, Legnago, Mansuè, Adria, Badia Polesine, Piove di Sacco e San Donà di Piave; è attivato, a partire da domani 4 febbraio, il livello arancione anche nelle zone di Cinto Euganeo e Monselice.

Previsioni. Oggi e fino al primo mattino di domani, 4 febbraio, le condizioni meteorologiche resteranno pressoché invariate e quindi ancora favorevoli al ristagno delle polveri sottili. In seguito, un’area di bassa pressione in arrivo da nord-ovest interesserà marginalmente il Veneto con precipitazioni trascurabili.
Significativa, invece, sarà la successiva intensificazione dei venti settentrionali, che risulteranno moderati/tesi anche in pianura e nelle valli. Pertanto, tra la tarda mattinata di martedì 4 febbraio e il pomeriggio di mercoledì 5 febbraio, i venti favoriranno un efficace rimescolamento ed il ricambio della massa d’aria. Le concentrazioni di polveri sottili potranno, progressivamente, riportarsi su valori inferiori al limite giornaliero.

 

livello di criticità 2 (Rosso): Vicenza, Treviso, Padova, Rovigo, San Bonifacio, Castelfranco, Mirano, Cittadella e Este

– livello di criticità 1 (Arancione): le zone di Venezia, Verona, Legnago, Mansuè, Adria, Badia Polesine, Piove di Sacco, San Donà di Piave, Cinto Euganeo, Monselice

– livello di criticità 0 (Verde): Belluno, Bassano, Schio, Feltre, Conegliano, Chioggia

a cura di Arpav

Regione: ‘Il Governo non ci non ci aiuta, ma continuiamo ad investire’ 

Nel giugno 2017 tra le Regioni del Bacino Padano e il governo nazionale fu firmato un importante accordo, in relazione al quale da parte governativa la quasi totalità degli aspetti, a iniziare da quelli economici, continuano ad essere disattesi”. A dirlo l’assessore regionale all’ambiente, che allora sottoscrisse l’accordo a nome del Veneto, reduce da alcuni incontri, svoltisi nei giorni scorsi con i colleghi delle altre regioni interessate, per valutare la delicata situazione.

Anche nel recente incontro di Bergamo – spiega l’assessore – abbiamo inteso proporre al governo di rimodulare l’accordo. Deve essere chiaro che non siamo disponibili a subire eventuali procedure d’infrazione per gli sforamenti di sostanze inquinanti, se non ci viene data la possibilità concreta di porre gli adeguati rimedi”. “In base a quell’accordo, ad esempio, per ogni euro investito in precise misure collegate alla qualità dell’aria – aggiunge– il governo avrebbe dovuto assegnare altrettante risorse alle Regioni da investire in materia. Purtroppo, fino a questo momento, non abbiamo visto nulla”.

Noi continuiamo ad investire: oltre 900 negli ultimi anni – precisa – anche nella Giunta odierna, durante la quale, su mia proposta, è stato deliberato il completo scorrimento della graduatoria di un bando dello scorso agosto dedicato alla rottamazione delle vecchie auto. Su questa sola partita abbiamo finanziato, quindi, tutte le richieste pervenute nel 2019 per un totale di euro 2.465.400”.

Sono importantissime e ingenti le risorse che continuiamo ad impegnare dal nostro bilancio, ma è evidente che non possiamo fare tutto da soli”. Proprio sulla base di queste analisi le regioni del Bacino Padano hanno approvato un documento dove si avanza la richiesta di istituire un Fondo europeo per l’Ambiente. Inoltre, si sollecita il governo ad attuare le misure del protocollo d’intesa sottoscritto lo scorso giugno al «Clean Air Dialogue», che avrebbe dovuto trasferire entro sei mesi 400 milioni di euro l’anno sul Fondo per l’Ambiente entro sei mesi alle quattro Regioni.

Tra le altre valutazioni su cui con i colleghi abbiamo trovato pieno accordo – evidenzia l’assessore – c’è anche la necessità di continuare a incentivare la sostituzione di impianti a legna obsoleti, che entro un ragionevole periodo di tempo dovranno essere totalmente eliminati, chiedendo anche in questo caso al governo di adottare misure urgenti di carattere nazionale e l’adeguamento della disciplina in tema di incentivi e detrazioni fiscali, che possano arrivare all’80/90% per la sostituzione di questi impianti,  e anche di introdurre requisiti di presentazione ambientale per gli apparecchi nuovi che dovranno essere almeno a quattro stelle, cosa per altro già promossa in Veneto”.

Vista la necessità e l’importanza di procedere con misure strutturali condivise – sottolinea ancora l’assessore all’ambiente veneto – nel programma abbiamo inteso anche dare spazio ad un sistema di monitoraggio della percorrenza dei mezzi sul Bacino Padano, con l’introduzione della cosiddetta scatola nera, che consentirà di ridurre il numero di chilometri percorsi dalle auto inquinanti”.

“È perciò evidente che, se non ci saranno segnali concreti di attenzione alle nostre istanze e rispetto degli accordi già sottoscritti, – conclude l’assessore – siamo pronti ad ogni azione legale per mettere in mora il governo inadempiente”.

Comunicato Stampa a cura della Regione Veneto