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Influenza. Si traccia il bilancio in Veneto. Per Regione è epidemia legata vaccini

Chiunque abbia contratto l’influenza quest’anno si è accorto che è cosa assai più seria delle passate stagioni invernali. Gli esperti hanno addirittura definito il virus pericoloso da mietere vittime. Secondo la Regione Veneto la causa della gravità dell’influenza che ha colpito in questo inverno è da cercarsi principalmente nel calo delle vaccinazioni.C’è chi ne ha il terrore e nella querelle tra chi è a favore dei vaccini e chi li evita come la peste, i dati sull’influenza sono chiari:  22 idecessi e 77  i casi gravi, 69 dei quali ricoverati in terapia intensiva.

Si erano viste farmacie prese d’assalto, fazzoletti di carta gettati in ogni angolo e persone con gli occhi lucidi e lo starnuto pronto. Per non parlare dei pronto soccorso presi d’assalto.

Ma a differenza degli anni precedenti, quest’anno il vaccino anti-influenza ha avuto minore riscontro e meno persone ne hanno fatto uso.

Al momento il contagio, pur essendo in diminuzione, non sembra fermarsi, ma Luca Coletto. Assessore a Venezia per la Sanità, sottolinea che “reggiamo bene l’urto”.

Un reale aumento del contagio del virus influenzale riguarda i giovani tra i 5 e i 14 anni, mentre sono in calo i casi nelle persone dai 1 anni in su.

Dall’inizio del monitoraggio a oggi le forme con complicazioni sono state 124, con un’età media di 56 anni e in pari numero tra uomini e donne. 77 sono i casi considerati ‘gravi’, dei quali 69 ricoverati in terapia intensiva e 8 sottoposti a terapia Ecmo, mentre l’82% dei casi complessi presentava patologie pregresse.

“Il sistema sanitario – ha spiegato Luca Coletto – sta reggendo bene all’urto e, dove necessario, vengono adottate misure organizzative eccezionali. L’aggressività di questa malattia – ha aggiunto – è sicuramente agevolata dal forte calo delle vaccinazioni dovuto alla diffidenza insinuata nella gente da informazioni errate, soprattutto sul web, e dal caso Fluad. E’ una diffidenza da superare – dice Coletto – anche perché gli esperti ci dicono che non si può escludere a priori un nuovo picco a febbraio, ed è quindi ancora consigliato vaccinarsi, anche se siamo al limite dei tempi ideali per farlo”.