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Schio. Profughi al De Lellis. La rabbia di Orsi. “Siamo pronti ad alzare un muro”

La notizia che l’ex ospedale De Lellis di Schio diventerà un centro di smistamento per i profughi ha scatenato la rabbia del Sindaco Valter Orsi.

“Siamo pronti ad alzare un muro – ha commentato – perché non è ammissibile che ci cadano dall’alto decisioni di questo tipo e noi, amministratori e portavoce dei cittadini, non possiamo fare nulla per impedire queste scelte scellerate”.

In merito all’emergenza profughi e al numero di migranti che si sarebbe riversato nell’Alto Vicentino, solo un paio di settimane fa il Prefetto Eugenio Soldà aveva annunciato un ‘autunno di fuoco’. E così sembra sia.

Non si sa ancora quanti saranno esattamente gli extracomunitari che troveranno alloggio nell’immobile di proprietà dell’Ulss4, quel che è certo è che arriveranno a breve.

E a questo punto, il tentato accordo tra i 32 Sindaci dell’Ulss 4 e il Prefetto, che pareva disposto a firmare un documento di accoglienza diffusa in cui ogni Comune avrebbe accolto al massimo 2 profughi ogni mille abitanti, svanisce come una bolla di sapone.

Ce l’avevano messa tutta i Sindaci per trovare un accordo con il Prefetto (rappresentate diretto dello Stato nel territorio) per porre dei limiti ai numeri di profughi da ospitare nel territorio. E volevano a tutti i costi creare un’accoglienza diffusa (4 o 5 persone in piccoli alloggi), in modo da tenerli sotto controllo e farli integrare piano piano nelle abitudini locali.

“Se il De Lellis diventerà un centro di smistamento è chiaro che il nostro tentativo di conciliazione non ha più nessun senso – ha sottolineato Orsi amareggiato – Domani andrò a Vicenza a incontrare il Prefetto per la terza volta, ma sono deluso perché ogni volta mi ha fatto promesse che poi sono state smentite con i fatti. Non è giusto – ha continuato – che i cittadini debbano subire un affronto di questo tipo dopo che da mesi chiedono di mettere un freno a quest’accoglienza dissennata. La popolazione viene presa in giro e con i fatti chi governa dimostra che i cittadini non hanno diritto di essere ascoltati. Da parte nostra, come amministrazione, faremo di tutto per dire no a questa decisione. E ritengo – ha concluso – che visto come stanno andando le cose, sia arrivato il momento che anche la popolazione cominci a farsi sentire”.

Anna Bianchini