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Thiene. Occupazione abusiva. Quando arroganza, violenza e paura generano insicurezza e senso d’ingiustizia

Incredulità, sgomento, frustrazione, rabbia. In una tranquilla mattinata di sabato, a pochi passi dalla festa per la Vaca Mora presidiata dalle forze dell’ordine, queste sono le sensazioni che da cittadina qualsiasi ho provato assistendo al tentativo di una donna e dei suoi amici di entrare nella propria casa occupata. Occupazione abusiva è il termine tecnico e per chiunque sia stato educato in una società che si suppone civile la definizione rende chiaro chi ha il diritto e chi quel diritto lo ha infranto commettendo un abuso, quindi un reato. Ti è chiaro e quindi ti attendi che per il proprietario della casa occupata abusivamente il chiamare le forze dell’ordine sia sufficiente per ripristinare la legalità. Incredibile quindi il racconto che ho ascoltato dalla voce della giovane donna coinvolta in questa brutta storia, una donna la cui unica colpa sembra essere stata l’essersi fidata di un immigrato, di avergli proposto un piccolo lavoro, di dipingerle la casa ereditata dandogliene le chiavi. Ingenua, incauta. Lo pensava amico? Non lo so. Ma ho provato il suo stesso sgomento, quella paura che faceva tremare lei come una foglia ma anche me, l’altra mattina, vedendo l’arroganza, la prepotenza, la violenza verbale, la certezza dell’impunità nella sgradevole persona che da ormai un anno le occupa la casa e che, aperto il balcone, non la porta, ha affrontato con sicurezza la piccola folla di amici e giornalisti che stanno cercando di portare a galla e risolvere questo caso. Mentre lui grida, lei mi racconta sottovoce che tutte le sue cose che erano in quella casa, i simboli religiosi, i piccoli oggetti di poco valore che per lei erano l’inestimabile ricordo di sua zia, tutto è stato buttato fuori casa da quell’uomo, come spazzatura, le hanno fatto sapere i vicini. Sgomento e frustrazione. Lei e noi che eravamo con lei non potevamo entrare, da bravi cittadini eravamo noi che potevamo essere denunciati se fossimo entrati. L’occupante gridava con protervia le sue fantomatiche ragioni, da dentro una casa non sua, per la quale non ha mai firmato un contratto, per la quale non ha mai pagato un soldo, ma con una TV più grande della mia accesa, sicuro che neanche i Carabinieri avrebbero potuto smuoverlo da lì. Già. Le forze dell’ordine. Qui si innesca la frustrazione, il senso di impotenza in cui da cittadina sono stata coinvolta assieme alla vittima di questa storia. Un mese fa circa, lei ha provato ad entrare in casa sua trovandovi anche degli estranei, amici della persona che le ha occupato la casa. E’ stata aggredita verbalmente da 3 uomini, spintonata, fatta cadere a terra. Finita per le contusioni al pronto soccorso (ve l’ho detto che ha una situazione fisica molto difficile, sofferente di fibromialgia e con una spina dorsale che nessuno di noi vorrebbe mai potesse esistere?) ha chiamato i Carabinieri e questi, davanti ai due occupanti (sì, uno nel frattempo aveva pensato bene di darsela a gambe) le hanno intimato di non azzardarsi a cambiare la serratura della propria casa, sarebbe passibile di denuncia. Inizia anche a voi a montare la rabbia? Lasciatemi finire. Chi occupa la casa, oltre ad essere volto noto per reati di spaccio, è agli arresti domiciliari. Immagino vi stiate domandando presso quale domicilio. E’ quello che piacerebbe sapere anche a me dalle nostre autorità e da chi dovrebbe garantire la nostra sicurezza. Chi possiede la casa e conduce la sua semplice e dignitosa esistenza è una persona senza diritti per la nostra società: non ha diritto ad essere aiutata economicamente o almeno dal punto di vista sanitario perché la sua malattia non è considerata invalidante, non ha diritto ad essere informata se in casa sua si spaccia (è successo un paio di settimane dopo l’ameno episodio con i Carabinieri: vetri infranti, forze dell’ordine in casa, è stata contattata da amici, le autorità ancora restie a rispondere alle sue domande), non ha diritto a rientrare in possesso della sua casa o ad essere aiutata a stipulare un contratto che sancisca per legge un obbligo per quel delinquente, non ha diritto a ricevere alcun tipo di assistenza, agevolazione, patrocinio perché, udite udite, è proprietaria di casa. E come tale, da brava cittadina, paga luce, acqua, gas, e sì, anche l’IMU. E’ o non è una possidente? Al quadro mancano un paio di informazioni. La casa ereditata ha le scale, che lei non può permettersi di fare. Vive perciò in affitto in un piano terra di 2 stanze: una stanza con cucina, una camera ed un bagno cieco. Sbarre alle finestre per timore di ritorsioni. Si domanda affranta cosa le accadrebbe, da brava e rispettosa cittadina, se non pagasse l’affitto che, per regolare contratto, deve al proprietario di casa. Si avvicina l’estate, molti di noi lasceranno la propria casa incustodita. Basta poco per ritrovarsene fuori. Fino ad ora non lo sapevo o non ci volevo credere leggendo che era successo altrove. Accade invece, ora e qui.

Olga Bulian