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Breganze. Abbandonato dalla Sanità vende l’auto per curare la mamma: “Aiutatemi”

La Sanità eccellente del Veneto è morta del tutto. E la testimonianza non è solo la carenza dei medici e di personale sanitario, che ora vengono assunti a ritmi forsennati per dare risposta ad elettori indignati (per la politica i cittadini sono solo elettori), ma arriva dalle tante storie di vita quotidiana di cui anche l’Alto Vicentino è ricco.

Franco Ghirardello, la cui storia è raccontata da Vicenza Today, è solo uno dei tanti cittadini che sono stati lasciati completamente soli a prendersi cura della mamma malata e per far fronte alle spese si è perfino venduto la macchina. E ora, non può nemmeno andare a ritirare il materiale perchè non sa come spostarsi. Alla mamma di Franco e a Franco serve una casa di riposo e la Sanità locale non fornisce risposte.

Sono lontanissimi i tempi quando l’Alto Vicentino vantava servizi sociali d’eccellenza, che venivano monitorati e presi come esempio in tutto il mondo. Oggi il sempre ricco Alto Vicentino non può vanatare più nulla, avendo sacrificato la sua sanità sull’altare di voti a politici che non sono stati in grado di salvaguardare quanto di più caro c’era sul territorio: la salute.

Franco Ghirardello è un ‘care giver’, un ragazzo che vive con la mamma malata e si prende cura di lei perché non c’è nessun altro che lo possa fare e non c’è assistenza. Come tutti i ‘caregiver’ è costretto a sacrificare la sua vita e la sua professione e quando la mamma non ci sarà più, rischia di non avere nessun curriculum per trovare un lavoro stabile.

La mamma di Franco ha 84 anni e ha l’alzheimer, il padre è mancato 20 anni fa e oggi è Franco a chiedere aiuto, per trovare posto in una struttura di accoglienza per anziani dove la madre possa concludere la sua esistenza terrena in modo dignitoso, permettendo al tempo stesso al figlio di inserirsi professionalmente nella società.

Vivere con un anziano malato non è facile. La casa deve essere adattata alle sue esigenze e perde la connotazione di abitazione, diventando una specie di ospedale improvvisato, in cui ogni oggetto di uso quotidiano può diventare pericoloso per il malato. L’aria modifica il suo odore e non basta più aprire le finestre, la notte ed il giorno si confondono, ma soprattutto, il mondo comincia a ruotare intorno alla malattia e il ‘caregiver’ perde le consapevolezza di che cosa ci sia ‘fuori’, nel mondo.

Franco ha ricominciato a lavorare, ma lo stipendio basso e gli orari del centro diurno della mamma non erano compatibili, quindi ha dovuto ricominciare la sua vita in casa alla ricerca di una badante, che userà la sua camera mentre lui starà in salotto.

Intanto la mamma peggiora e la badante, da sola non ce la fa ma anche il costo della badante, costretta ad un compito più grandi di lei, diventa un problema.

Ora Franco cerca disperatamente un posto in una casa di riposo, che potrà però essere solo nel distretto della ex Ulss 4, perché la Ulss 7 non permette ancora lo ‘scambio’ con le sue strutture della ex Ulss 3.

“Nella mia zona sono solo 3 le case di riposo – ha spiegato Franco – Ho parlato con tutti ma non c’è posto. Ho venduto la mia macchina per far fronte alle spese della badante nella mia abitazione e tutti i giorni, il mio lavoro consiste ancora nel combattere per aver un posto per una adeguata assistenza a mia madre che necessita di letto apposito e sollevatore. Ausili che mi sono stati concessi dopo una visita da un geriatra nella mia abitazione ma che bisogna ritirare nel magazzino dell’ex ospedale di Thiene con un mezzo appropriato, magari a noleggio, magari pagando delle persone per trasportarlo fino a casa mia al primo piano. Un ulteriore aggravio in una situazione già precaria”.

di Redazione Altovicentinonline