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Carrè. Don Silvano celebra i 60 anni di sacerdozio. Gli omaggi di sindaco e cittadini

Sessant’anni di sacerdozio vicino alla gente a consolare i loro dolori quotidiani. Don Silvano Valente, classe 1931, è andato ormai ‘in pensione’ ma la sua figura di religioso attento ai bisogni delle persone e ai dettami della chiesa ha lasciato il segno nella vita di molti parrocchiani.

 

Padovano di nascita, ordinato il 14 luglio del 1957, Don Silvano ha appena celebrato a Carrè i suoi 60 anni di vita religiosa attiva, 25 dei quali passati come parroco di Carrè dal 1985 al 2010, e l’amministrazione comunale ha voluto rendergli omaggio pubblicamente prima dell’inizio del consiglio comunale di ieri per tutta una vita spesa al servizio della comunità e di intere generazioni di fedeli.

 

Religioso benvoluto da tutti, 85 anni portati con grande stile, dopo il ritiro dalla vita parrocchiale attiva celebra ancora ogni mattina la messa delle 7.30. Noto per le sue prediche non proprio sintetiche, i fedeli lo ricordano come un prete sempre accogliente, pronto ad aiutare chi ne avesse bisogno, i cittadini in difficoltà ma anche i missionari del paese, per i quali organizzava periodicamente delle giornate missionarie per donare loro le offerte ricevute.

 

‘Pensando a Don Silvano – ha letto durante la celebrazione religiosa di domenica scorsa Don Bruno Guzzonato, sacerdote missionario in Sierra Leone – mi viene alla mente una persona amabile, sorridente e accogliente che ti fa sentir bene e comodo. Poi però vedo subito un sacerdote zelante, interessato alla crescita spirituale della sua gente. Un prete attento nella celebrazione della Messa e di tutto ciò che è liturgico, rispettoso delle norme quasi fino allo scrupolo. E dentro alla sua vita ci sono adesso 60 anni di sacerdozio. È impossibile misurare il bene fatto in tanti anni di lavoro come prete, le persone incontrate e ascoltate, i sacramenti celebrati’.

Commosso anche il ringraziamento del consigliere di opposizione Renato Martini durante il consiglio comunale. ‘Don Silvano è un sacerdote di una rettitudine enorme, ed ha sempre saputo entrare nelle famiglie – ha detto Martini – con grande umiltà e affrontando con loro il dolore, e tante cose posso testimoniare che non sono pubbliche. Era sempre interessato a quali fossero i problemi del paese. Quando penso a lui mi viene in mente quel pensiero di Paolo VI, che spesso abbiamo bisogno più di testimoni che di maestri’.

 

Nel discorso di ringraziamento di Don Silvano colpisce invece una riflessione che sa andare oltre il puro ambito religioso. ‘Ricordatevi che il sindaco – ha detto – è sempre e comunque il primo cittadino, anche se è stato un ragazzo del vostro patronato. Anche noi religiosi abbiamo il dovere di appoggiare le autorità civili, perché io sono sempre stato in mezzo a voi, a lavorare con voi per Carrè. E adesso mi fermo – ha concluso il religioso con una bella dose di autoironia – altrimenti qua vien fuori una predica’.

 

Marta Boriero