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Pedemontana Veneta. Celotto diffida Zaia e la Regione Veneto: “ Non metterete le mani nelle tasche dei veneti”

Ora partono le diffide. Mentre dal blog di Grillo partono parole pesanti  contro Luca Zaia, accusato di essere ‘bugiardo come Renzi’,  la discussione sulla Pedemontana Veneta è incandescente anche a livello territoriale, dove la notizia della nuova addizionale irpef necessaria per completare l’opera non ha raccolto grandi consensi. E tra chi  non le manda a dire a Zaia c’è chi dell’affare-Pedemontana Veneta ne ha fatto addirittura un libro. “Se la Sis è inadempiente non devono essere i veneti a pagare la Pedemontana” ,tuona  Francesco Celotto che ha inviato una propria diffida  alla Regione del Veneto, dopo l’annuncio della manovra di  Zaia per lo sblocco dei cantieri della Pedemontana Veneta.

Celotto, da cittadino privato, ha inviato la diffida via fax e via email ad Ilaria Bramezza, segretario generale della programmazione del Veneto, con esplicita richiesta di darne comunicazione al governatore Luca Zaia, al presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti e a tutti consiglieri regionali: ” Una condotta contraria alle leggi vigenti che, dove approvata, costituisce di fatto una non giuridicamente sostanziata riscrittura della convenzione tra Regione Veneto e Sis – come riportato nella diffida di Celotto –  arrecherebbe sicuramente un non in differente danno erariale”.

E proprio dai consiglieri regionali Celotto si aspetta una decisione giusta, auspicando il meglio per i cittadini veneti:  “I Consiglieri nella prossima seduta di consiglio regionale non devono votare a favore della delibera di giunta che rimetterebbe in ballo l’irpef a carico dei veneti per trovare i 300 milioni di euro per far ripartire i cantieri – continua Celotto – Quando invece dovrebbe essere la Sis a pagare, nel nome del project financing con cui si è aggiudicata i lavori.

“La Sis inadempiente? – commenta Celotto –  Se così fosse che venga rescisso il contratto e la Regione trovi un altro sistema per completare o ridimensionare l’appalto, ma non di certo mettendo una tassa sui cittadini veneti”.
Un déjà vu che sembra infinito per Celotto, autore del libro “Strade Morte”, storia degli scandali delle grandi opere in Veneto, con strade volute dalla politica locale tramite il ‘project financing alla veneta’: teoricamente con costi a carico del concessionario, praticamente a carico dei cittadini ed in maniera mai limpida e cristallina.

Non risparmia nulla Celotto, raggiunto al telefono, a Luca Zaia: “Visto che lui si è sempre definito un governatore diverso, dimostri di esserlo e non di certo chiedendo ai propri cittadini veneti di pagare una tassa per i cantieri della Pedemontana – conclude Celotto – Aspetto di vedere se e cosa mi rispondono, ma di certo io non mi fermo qua e andrò avanti nelle opportune sedi”.

Celotto promette di andare avanti per fare sentire la propria voce a quei veneti che dovrebbero aprire gli occhi dinanzi a quanto sta accadendo. Lui che il progetto-Pedemontana lo conosce a fondo e ne ha scritto un documento, che nei mesi scorsi, ha generato una querelle con il presidente del Consiglio Roberto Ciambetti, che aveva risposto ‘no’ alla richiesta di poter presentare il libro nelle sale della Regione. Un no che Ciambetti aveva motivato, criticando i contenuti del libro al vetriolo di Celotto, che ha risposto: ‘Se i contenuti non fossero stati attendibili, mi chiedo perchè non sono stato denunciato per aver scritto cose false. In questi giorni – conclude Celot5to –  chiederò nuovamente di poter presentare il mio libro a Venezia, data l’attualità di un tema che interessa ai veneti, voglio proprio vedere cosa mi risponderanno stavolta’.

Paola Viero