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I numeri della lotta contro la violenza sulle donne: ‘Fidatevi e chiede aiuto’

Tre giovani donne, di spalle, si abbracciano tenendosi per la vita. E’ l’immagine-simbolo della nuova campagna regionale “Non sei sola- Affidati alla rete” avviata dalla Regione Veneto d’intesa con la rete dei Centri antiviolenza. Una campagna per informare e sensibilizzare le donne, attraverso pieghevoli e bigliettini da visita distribuiti nei luoghi ‘topici’ della vita femminile e in tutte le strutture sanitarie, farmacie comprese, per aiutarle a non subire un “amore malato”, ad aver coraggio di denunciare aggressioni, discriminazioni e violenze, a mettere in salvo se stesse e gli eventuali figli da una relazione violenta.

In Veneto sono attive 44 strutture antiviolenza, tra sportelli di ascolto, centri antiviolenza e case rifugio, in pratica una ogni 53 mila donne residenti. Lo scorso anno hanno incontrato e ascoltato 8464 donne, quasi il doppio del 2017, e hanno preso in carico 3256 donne, 150 in più dello scorso anno”, ha ricordato l’assessore alla sanità e al sociale Manuela Lanzarin, nel presentare oggi a palazzo Balbi, alla presenza del presidente Luca Zaia, quanto fa la Regione Veneto per contrastare la violenza di genere, alla vigilia della Giornata mondiale celebrata dall’Onu il 25 novembre. La rete delle strutture antiviolenza in Veneto nel 2018 ha ricevuto una segnalazione o richiesta di aiuto ogni 300 donne residenti e ha preso in carico una vittima ogni 770 donne residenti.

Oltre a sostenere i centri antiviolenza la Regione ha provveduto con 109 corsi a formare oltre 3300 operatori di pronto soccorso (medici, infermieri, ostetriche, pediatri, ginecologi ma anche medici di base, farmacisti, assistenti sociali, psicologi) perché ospedali, ambulatori e presidi sanitari sono la prima ‘sentinella’ per intercettare abusi e violenze e per aiutare le donne a diventarne consapevoli e ad avere il coraggio di autotutelarsi. “E’ stato fatto un grande lavoro di squadra per affrontare quello che non è solo un problema sanitario, ma un problema sociale – ricapitola Gianna Vettore, medico di pronto soccorso e responsabile del Centro regionale di Emergenza e Urgenza- Abbiamo così impostato nei Pronto Soccorso percorsi ‘privilegiati’ di trattamento e accompagnamento, omogenei in tutto il territorio regionale, utili anche per affrontare la violenza assistita, cioè quella subita dai minori, che lascia ferite per tutta la vita. La campagna informativa è un invito alle donne a fidarsi e ad imparare a chiedere aiuto”.

Se il primo passo è aiutare le donne a riconoscere e denunciare le violenze subite, il passo ulteriore è avviare un percorso di autonomia. Per le donne vittime di violenza e avviate ad un percorso protetto la Regione garantisce alle associazioni antiviolenza la disponibilità di alcuni alloggi pubblici. Ora, grazie alla nuova intesa raggiunta con Confindustria Veneto (il protocollo è pubblicato oggi sul Bur), il sistema produttivo regionale è impegnato a facilitarne l’inserimento occupazionale.

L’impegno di spesa complessivo per campagne informative, rete delle strutture, formazione degli operatori di emergenza ed urgenza e percorsi protetti ha superato i 12 milioni nell’ultimo decennio, 5.9 milioni stanziati dalla Regione, il resto di fonte statale. Con una differenza, però: mentre i finanziamenti regionali (previsti dalla legge 5/2013) sono puntuali e arrivano alle strutture nell’arco di un anno, per quelli statali l’ultima erogazione risale al 2017 e si attende ancora la liquidazione del riparto dei fondi 2018.