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In volo con mascherina ma stretti al vicino di posto. Nei locali, nei negozi, occorre la distanza sociale

di Patrizia Vita

Si volerà con la mascherina allacciata, privi di bagaglio a mano, senza passaporto sanitario. In compenso, quando l’aereo sarà pieno ci si siederà gli uni vicini agli altri, in inquietante condivisione di spazio. Questo lo si sapeva da qualche giorno, da quando è giunta la decisione dell’Agenzia Europea per la Sicurezza dell’Aviazione (Easa) che, con il Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (Ecdc), ha stabilito le linee guida per viaggiare in sicurezza in aereo nell’Ue.

E se questo può apparire il battesimo via aerea della Fase 2, il ritorno alla conduzione di un modello di vita quanto più simile a quello che ha preceduto l’emergenza Covid, a questo punto ci si aspettava che uguale agevolazione fosse concessa, a partire dal 3 giugno, anche in terraferma, dove non si riesce a comprendere perché l’obbligo della distanza sociale debba permanere.

Già, perché se la seduta fianco a fianco tra i passeggeri è dovuta – come dicono – al rischioso aumento dei prezzi che le compagnie imporrebbero per rifarsi dei mancato introito dato dal numero ridotto dei viaggiatori, appare discriminante che uguale attenzione non sia rivolta a tutte le imprese commerciali falcidiate dalla chiusura imposta dal lockdown. Quelle che ancora oggi, nel via libera alla riapertura, non guardano con ottimismo al futuro, visto che per loro permangono fisse alcune misure anticontagio che, oltre a limitare l’accesso dei clienti o l’acquisto delle loro merci, hanno anche costi aggiuntivi per adeguare, sanificare, i locali di pertinenza.

Insomma, siamo di fronte a un governo strabico, che vede la necessità di contenimento assembramento in alcuni casi, ma in altri ha l’occhio puntato altrove. E per quanto siano direttive Ue, il governo italiano dovrebbe preoccuparsi anche del manifesto crollo dell’economia nazionale. Di imprese che dal 18 maggio hanno ottenuto l’ok al riavvio della loro attività, ma che ancora dopo 14 giorni piangono miseria, e molte, certe di non farcela, stanno seriamente pensando di chiudere definitivamente.

Ma per loro rimangono fisse le linee guida anticovid. Mentre chi vola può stringersi al vicino, sconosciuto, compagno di viaggio. Altrimenti le compagnie aeree patiscono un calo di introiti.

Per la Iata, Associazione internazionale del trasporto aereo, l’igienizzazione degli aeromobili, a bordo dei quali (bontà loro) si accede solo dopo rigidi controlli aeroportuali, rende sufficiente l’obbligo delle sole mascherine a prevenire il rischio di contagio da Covid-19.

Ma se entri in un negozio, vai dal parrucchiere-barbiere, ti siedi al ristorante al bar, o tanto altro si svolga in terraferma, vale l’imperativo “uno ad uno e senza stringere”. Lì il contagio non è prevedibile.