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La storia dello chef in cerca di fortuna. Il sogno di Andrea Genovese da Thiene alla Svizzera

Andrea è un ragazzo coraggioso, di quelli che hanno sempre sentito l’appartenenza al territorio, di quelli orgogliosi di appartenere al cosiddetto ‘popolo veneto’. Ma ad un certo punto della sua vita ha capito che quella terra tanto amata dove è cresciuto fino all’età di 33 anni non poteva più dargli niente. Soprattutto, ha voluto pensare ai suoi tre figli, al loro avvenire. Non ha voluto rifugiarsi nel tunnel dell’incertezza e compiangersi. Lui che una professionalità ce l’ha perchè ha gestito assieme alla madre il noto ristorante ‘Il teatro’ di Thiene, ha deciso di farla fruttare altrove.
Ha fatto i bagagli e con il cuore sanguinante si è trasferito a Zurigo, dove da meno di un mese, ha messo in piedi un ristorante-pizzeria che ora darà lavoro a chi si trova nella situazione sua di qualche tempo fa. Lui che non conosceva nemmeno la lingua ora è un imprenditore di serie A.
Andrea Genovese, sposato e padre di tre figli si racconta e dalle sue parole emerge la felicità di chi ha sofferto per conquistarsi il merito. Andrea descrive Zurigo come una città dove tutto funziona alla perfezione e gli viene spontaneo quando racconta, fare il paragone con la sua Italia, dove la pressione fiscale e le tasse che ti bussano alla porta ogni ora, ti fanno lavorare con l’ansia di chi non vede prospettive che la sopravvivenza.
‘E’ stata dura lasciare il mio Veneto e venire qui a Zurigo da solo, ma ho trovato lavoro come cameriere il giorno dopo del mio arrivo in Svizzera – esordisce – devo tutto a mia moglie, che mi ha aiutato a prendere una decisione inizialmente sofferta, ma della quale ora vado fiero. Ho trascorso mesi d’inferno, mi mancava da morire la mia famiglia che a breve si trasferirà qui. Questa nuova vita mi piace, ho potuto investire perchè mi sento confortato dalle regole di una città, dove paghi le tasse, ma i servizi funzionano. Dove le istituzioni investono sulla scuola , che è formativa e ti immette subito sul lavoro. Questo mi ha permesso di rischiare. Per fare un esempio, la tessera annuale per il trasporto pubblico qui costa 89 franchi. Ma puoi salire su ogni tipo di mezzo e ce ne sono uno ogni dieci minuti per l’andata e per il ritorno. Qui c’è la tutela dei padri di famiglia e detrazioni fiscali per mandarli a scuola,dove libri , corsi e trasporti sono gratuiti. Ai ragazzi insegnano a parlare almeno tre lingue’.
Quella che descrive Andrea Genovese sembra un’oasi felice, dove lui è approdato mettendosi in gioco come uomo, come padre, come marito e come ristoratore che oggi gestisce una propria attività, orgoglioso di non essersi fermato a lagnarsi, ma di aver ingranato la marcia della vita perchè occorreva spingersi in là.
 ‘Quello che voglio fare capire raccontando la mia storia – ha concluso Andrea – è che i sogni vanno realizzati attraverso il sacrificio di chi non può lamentarsi, ma deve agire. Io ringrazio mia moglie Erika, straordinaria compagna, che è stata la prima a farmi trovare la forza di cambiare, di cercare altrove quello che non avrei mai avuto se fossi rimasto’.
Andrea Genovese cerca camerieri per il suo nuovo locale.  Si è disperato, ha pianto, ha lottato contro quella nostalgia di casa che attanaglia chiunque deve abbandonare la sua città d’origine, ma ha vinto con la forza di chi vuole realizzare ciò che desidera e ha il coraggio di mettersi in gioco. Un vero esempio che dovrebbe servire da lezione a chi crede di poter migliorare la propria esistenza autocommiserandosi dal proprio giardino di casa.
Natalia Bandiera