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Perchè le fake news sono pericolose e perchè “uno non vale uno”

Martina Benedetti

Oggi, più che mai, è di fondamentale importanza il sapersi difendere dalla disinformazione e dalle fake news che possono essere annoverate tra i mali più temibili del ventunesimo secolo. Ho deciso di parlarne nel manuale, Salvarsi da Bufale e Fake News – il libro che ogni complottista dovrebbe leggere, ma che non comprerà mai, edito da Nutrimenti.

Fake news è una locuzione inglese, letteralmente ‘notizia falsa’, entrata in uso nel primo decennio del XXI secolo per designare un’informazione, in parte o del tutto, non corrispondente al vero. La fake news è divulgata, intenzionalmente o non, attraverso il web, i media o le tecnologie digitali di comunicazione e caratterizzata da un’apparente plausibilità.

Perché diventa così importante ed urgente difenderci”

Una delle motivazioni è sicuramente l’impatto che le notizie false possono avere sulle nostre vite nei riguardi di scelte politiche, economiche, sanitarie etc. condizionandoci profondamente. Le c.d. “notizie false” possono influenzarci e in un mondo come quello odierno, estremamente interconnesso, la loro diffusione diventa rapida ed incontrollata. Questo se non si possiedono i giusti strumenti di difesa.

Pensiamo soltanto, in ambito sanitario, al fenomeno, purtroppo piuttosto diffuso, dell’interruzione delle cure oncologiche tradizionali per affidarsi a presunti “guru” o a “pseudo sette” che manipolano i pazienti facendogli, spesso, sospendere chemioterapie e terapie tradizionali. Vere e proprie truffe ed offese all’integrità fisica che, nei casi peggiori, possono portare alla morte dei pazienti.

Prendo come esempio la storia di Roberta Repetto una donna di 40 anni manipolata e truffata fino a morire a causa delle metastasi di un tumore dopo l’asportazione di un neo. Su di lei viene eseguito un “‘intervento” di rimozione di un neo sopra tavolo della cucina di un centro olistico. Roberta Repetto viene “trattata” nel tempo, per i suoi malesseri, con “tisane e meditazione” fino all’improcrastinabile ricovero all’ospedale San Martino di Genova dove perde la vita con un quadro clinico di melanoma ormai in metastasi. Oltre al danno la beffa se si pensa alla sentenza della Corte di Appello di Genova che vede il c.d. “guru” del centro olistico assolto dall’accusa di omicidio colposo e condannato a soli un anno e quattro mesi, il medico della struttura.

L’atteggiamento iniziale di chi si imbatte in notizie del genere può essere giudicante verso le “vittime” di truffe sanitarie ma ci sbagliamo clamorosamente se pensiamo che vi siano pochi casi isolati. Sono tredicimila gli Italiani che, ogni anno, chiedono aiuto alla magia ed i 155 mila addetti al ramo, secondo Codacons, avrebbero un bilancio di 8 miliardi di euro; il 95% in nero. È scientificamente dimostrato, inoltre, che i malati di cancro che si rivolgono alla “medicina alternativa” avrebbero meno probabilità di sopravvivere. Questo non lo dico io ma i risultati di uno studio clinico dal nome: Complementary Medicine, Refusal of Conventional Cancer Therapy, and Survival Among Patients With Curable Cancers.

Avere una mente che “pensa da scienziato” aiuta a proteggerci non solo dalle notizie potenzialmente pericolose ma anche dalle persone che dispensano false verità.

Pensiamo alle molteplici truffe sugli integratori che promettevano guarigione dal Sars-Cov2 ed il dispendio di consigli “medico-terapeutici” su pagine Facebook e gruppi Telegram durante la Pandemia.

Le opinioni, in campo scientifico, medico e sanitario devono lasciare spazio a rigore e a metodologia. Non possiamo accettare, nel ventunesimo secolo, frasi come “secondo me questa cura non serve a nulla” o “diffida dallo specialista perché internet dice che…”

UNO NON VALE UNO

Uno dei capitoli del libro si intitola “uno non vale uno”. Adesso penserete che non sia democratica ma se per democratici intendiamo scambi di opinioni tra persone con idee opposte su questioni riguardanti la salute pubblica (al di fuori dei contesti accademici) l’uno non vale uno diventa di necessaria applicazione. Difatti, mettere sullo stesso piano tesi dimostrate scientificamente ed opinioni e/o tesi non verificate è un grande errore.

Trovo sia molto pericoloso, al giorno d’oggi, sia per un pubblico che per una persona non riuscire ariconoscere scienza da pseudoscienza. E finché la confusione, che può essere lecita, viene limitata a temi che non impattano in modo significativo sulla propria vita o su quella degli altri può essere accettabile. Quando una cattiva informazione spinge a compiere scelte rischiose per la propria salute o quella altrui chi disinforma è pienamente responsabile di ciò. Ed anche chi mette a disposizione lo spazio per disinformare.

Allora è estremamente importante, direi vitale, prevenire i danni che falsità e manipolazione possono arrecarci. Come” Con educazione, consapevolezza e metodo. La metodologia della ricerca dovrebbe entrare tra i banchi della scuola dell’obbligo e divenire una disciplina a tutti gli effetti. Il sapere quali domande doverci fare ci può aiutare, difatti, in tutti i campi della nostra vita.

In questo senso anche l’intelligenza artificiale potrebbe essere una preziosa alleata per poter discernere tra notizie verificate e non ma essa non può prescindere da una profonda e strutturata educazione al mondo digitale.

La metodologia della ricerca indica la “direzione verso la meta” ed è un procedimento ragionato di fare le cose. La sua mancanza porta ad improvvisazione e ad un probabile errore. Ovviamente, accettare una notizia senza verificarla richiede meno impegno ma vivremo davvero in maniera libera” Acquisire le basi del metodo scientifico significa acquisire le modalità con cui la scienza procede per raggiungere una conoscenza della realtà affidabile e verificabile. È un linguaggio coerente e rigoroso al quale tutti noi dobbiamo imparare ad approcciarci. Inaccettabile, nel 2024, continuare a morire di disinformazione.