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‘Reddito di cittadinanza, misura assistenziale senza progettualità’

“Misura assistenziale senza progettualità”. È il pensiero di Giuseppe Conte din merito al reddito di cittadinanza. Ecco perchè adesso si pensa di cambiarlo puntando ad incrociare domanda e offerta per rendere il sostegno economico davvero efficace. “Il progetto di inserimento nel mondo del lavoro collegato al reddito di cittadinanza ci vede ancora indietro – ammette -. Dobbiamo riorganizzare anche una sorta di network per offrire un processo di formazione e riqualificazione ai lavoratori. Dobbiamo cercare di costruire un percorso coordinato. Spero che nei primi mesi del 2021 potremo presentare l’altro progetto, quello che incrocia l’attuazione del reddito di cittadinanza con l’inserimento nel mondo del lavoro”.

“Mi spiace dirlo ma eravamo stati facili profeti. Così com’è il reddito di cittadinanza non funziona. E un intervento perché venga cambiato adesso è non più rinviabile”. A dirlo il ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova, esponente di Italia Viva, intervistata dal Corriere della Sera in merito all’inchiesta del quotidiano di via Solferino sulle distorsioni prodotte dal reddito di cittadinanza.

“In un momento drammatico per l’economia, una misura di sostegno al reddito può anche avere una sua efficacia. Il problema è che il reddito di cittadinanza non raggiunge nessuno degli obiettivi per il quale, almeno a parole, era stato approvato”, sottolinea Bellanova.

“Si è sempre detto che non è una misura assistenziale, hanno sempre detto che era funzionale per la ricerca di un lavoro. Sul primo punto, non c’è stata la possibilità di controllare che effettivamente i percettori del reddito accettassero o meno i lavori che eventualmente gli venivano offerti. Non c’è alcun tipo di controllo”, rileva.

Quanto alla ricerca dei posti di lavoro, “chi monitora la domanda e l’offerta di lavoro, consentendo quindi di capire di quale tipo di lavoratori hanno bisogno le imprese? Nessuno. Sentiamo parlare dell’Anpal più quando si tratta delle richieste dei suoi vertici che non quando dobbiamo giudicare il compito che dovrebbero svolgere, e non svolgono”, conclude il ministro.

Parla di sabotaggio Luigi Di Maio: “Il reddito di cittadinanza l’ho voluto, ho dato i soldi per ristrutturare i Centri per l’impiego nelle Regioni che non stanno usando, per assumere sebbene non assumano. Chi prende il reddito deve fare 8 ore di lavori di pubblica utilità: aumentiamo le ore. E siccome – continua – sono persone che prendono un beneficio dallo Stato, e cioè dalle imprese e dalle partite Iva che pagano le tasse, utilizziamole per lavori di pubblica utilità per le imprese e le partite Iva. Colleghiamo questi due mondi. Ma su 8 mila comuni solo 400 hanno fatto i regolamenti per i lavori di pubblica utilità. Forse – conclude – c’è una voglia di sabotare questo strumento”.