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Sono 90 mila ogni anno i decessi prematuri legati all’inquinamento

L’Italia è il primo Paese in Europa per morti attribuibili all’inquinamento atmosferico con circa 90 mila decessi prematuri all’anno: lo afferma la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) alla vigilia della Giornata Mondiale della Salute. In una nota la Sima chiede di accelerare su transizione energetica e politiche “plastic free” e sottolinea che l’inquinamento incide sull’aumento delle patologie dell’apparato cardiovascolare, prima causa di morte in Italia e non solo. In particolare sugli eventi coronarici e infarto miocardico acuto, con 9.000 casi/anno, sugli ictus cerebrali (12.000 casi/anno), le patologie dell’apparato respiratorio (7.000 decessi prematuri/anno).

“È imprescindibile e non più rimandabile agire in fretta e sinergicamente con l’Europa per ridurre drasticamente le principali sorgenti emissive dell’inquinamento atmosferico attraverso una transizione energetica rinnovabile che abbandoni quanto prima l’uso di combustibili fossili”, sostiene il presidente Sima, Alessandro Miani.

Per Ener2Crowd.com i centri urbani sono responsabili dell’80% delle emissioni e un milione di tonnellate di emissioni hanno un “costo di mortalità” pari a ben 240 persone.

Gli analisti della prima piattaforma italiana di lending crowdfunding ambientale ed energetico hanno osservato come questa quantità di emissioni sia l’equivalente delle emissioni annuali di 220 mila automobili, ma a produrle bastano anche solo 35 aerei di linea. Una sola centrale a carbone produce 4 milioni di tonnellate, con un costo di mortalità pari a 960 persone.