AltoVicentinOnline

Schio. Esposto alla Guardia di Finanza sui buoni alimentari

Un esposto alla Guardia di Finanza di Schio sui 207 mila euro di buoni alimentari assegnati al Comune dal Governo.

A depositare la richiesta per l’avvio di una verifica sulla corretta assegnazione dei buoni, è stato il capogruppo in Consiglio comunale di SchioCittà Capoluogo – PrimaSchio Alex Cioni

“L’esposto – chiarisce l’esponente del Centro Destra – non è un atto d’accusa nei confronti di qualcuno, ma un passaggio che mi auguro possa appurare la regolarità delle assegnazioni. Se qualcuno invece ha fatto il furbo, profittando della eccezionalità del momento, è giusto che venga scovato e sanzionato ” – spiega Cioni.

Il consigliere fa sapere che dall’elenco di coloro che hanno presentato regolare domanda, è spuntato il nome del presunto falso cieco di origini sudanesi, balzato alla ribalta delle cronache nazionali per l’inchiesta della Guardia di Finanza. “Non ho gli strumenti per stabilire se la persona in questione avesse i titoli o meno per ottenere questo beneficio – spiega Cioni – il che mi ha dato un motivo ulteriore per inoltrare la richiesta di una verifica.Bisogna ricordare che i Servizi sociali avevano l’obbligo di assegnare i buoni spesa solo a coloro che a causa dell’emergenza sanitaria si sono trovati senza alcun tipo di reddito e con una liquidità nel conto corrente inferiore ai 5000 euro.

Se il Comune ha diffuso i numeri nudi e crudi delle domande giunte agli uffici, il consigliere comunale li ha esaminati più a fondo rilevando che la maggioranza delle domande accolte sono state inoltrate da cittadini stranieri, in una città nella quale la componente allogena residente si aggira attorno al 10-12%.

“Un dato particolarmente importante che è giusto sia portato a conoscenza di tutti i cittadini di Schio. Dopodiché – precisa Alex Cioni – anche se in alcuni Comuni si è scelto di dare la precedenza ai cittadini italiani ed europei, penso che un pezzo di pane non si possa negare a nessuno, sempre che i buoni spesa siano stati usati correttamente per acquistare beni di prima necessità”.

Va ricordato che durante una recente videoconferenza con tutti i capigruppo, l’assessore al soviale Cristina Marigo, ha spiegato che la maggioranza delle domande arrivate in Comune appartengono a nuclei famigliari per lo più sconosciuti ai Servizi sociali.

Il consigliere scledense ritiene che “l’alta percentuale di stranieri beneficiari dei buoni spesa, fotografano una città al cui interno sussistono delle anomalie che il Covid ha probabilmente contribuito a portare alla luce. Sono situazioni di potenziale disagio sociale fino a ieri sconosciute che non vanno assolutamente sottaciute o minimizzate. Senza tenere conto che è tutt’altro che peregrino chiedersi – conclude Cioni – come e di cosa vivessero queste persone prima dell’emergenza sanitaria”.

Schio. Buoni Pasto: ‘ Gdf verifichi, un nome straniero può appartenere ad un italiano’