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Schio. “Sono stato denunciato da Zaia per aver criticato la sua sanità con i soldi dei cittadini”

“Siamo lieti di comunicare l’archiviazione definitiva della denuncia per diffamazione che i nostri portavoce Carlo Cunegato e Vania Trolese hanno ricevuto da Luca Zaia. In una regione dove le parole della giunta trovano eco in tutti i media spesso senza l’adeguato contraddittorio, risulta ancor più vergognoso il ricorso alla denuncia delle poche voci discordanti . Sono stati ad esempio denunciati Natalino Balasso e il Dott. Crisanti, per citare i più noti. Siamo stati denunciati noi, semplicemente per aver osato fare domande sulla gestione della seconda ondata della pandemia, quando il Veneto era in zona gialla e aveva più positivi e morti di tutti.” A raccontare la vicenda giudiziaria che si è conclusa con l’archiviazione sono  Carlo Cunegato e Vania Trolese, portavoce de Il Veneto che Vogliamo.

“Vale la pena ricordare che per denunciarci sono stati utilizzati soldi pubblici, quelli di Azienda Zero. Soldi che dovrebbero essere destinati alla sanità pubblica – ricordano quindi Cunegato e Trolese – Il meccanismo è noto: denuncio chi mi critica, tanto non lo faccio con i miei soldi, così anche se l’avversario politico non ha commesso nessun reato, deve pagare l’avvocato e poi così non mi critica più. O se per caso ha dubbi, mi chiede scusa e si mette a tacere. Con il rischio che si verifichi un paradosso inaccettabile: la Regione perde, utilizzando però soldi pubblici, i soldi dei veneti, noi vinciamo ma perdiamo soldi.”

Il Veneto che vogliamo spiega quindi quanto accaduto: “La denuncia è emblematica, perché fa emergere la concezione del potere zaiano. Si denuncia infatti un comunicato stampa del 22 Dicembre 2020, ma non solo. Nella denuncia si parla di una “Campagna social di Carlo Cunegato”, che fa riferimento ad una attività quotidiana tesa a “screditare la sanità regionale e il sottoscritto”. Caro Presidente Zaia, Carlo Cunegato è il portavoce del Veneto che vogliamo, una lista di opposizione. L’80% del bilancio regionale è sulla sanità, la critica alla gestione della sanità è quello che deve fare l’opposizione. Almeno così funziona in democrazia. Da qui una lista di post indesiderati, chi critica deve tacere. Poi una lista di post anche del Veneto che Vogliamo, reo di criticare la gestione della pandemia e della sanità. Incredibile, una lista di opposizione che critica chi governa, bisogna portarli in tribunale!”

“Dopo aver effettuato due inchieste, pensate quanti soldi pubblici buttati, il magistrato ha chiesto l’archiviazione il 18 Gennaio 2022, sostenendo di fatto che le affermazioni dei post sono vere, ben documentate, relative ad un dibattito politico in atto e che “dunque non c’è nessuna diffamazione, ma legittimo esercizio del diritto di critica” – continuano a spiegare Cunegato e Trolese – È la democrazia, bellezza. Tuttavia Azienda Zero, e per estensione quindi il governo regionale, non si accontenta e fa opposizione. Altri soldi pubblici buttati. L’11 Novembre è arrivata, più o meno con le stesse motivazioni, l’ordinanza di archiviazione definitiva.”

“Insomma, noi abbiamo vinto e Zaia ha perso. O forse, in realtà Zaia ha vinto, perché non ha tirato fuori un euro, e noi invece ne abbiamo persi per difendere il nostro diritto ad opporci – chiude il coordinamento regionale de Il Veneto che vogliamo – O forse, tutti i veneti hanno perso per questa atmosfera è orribile: non si può vivere in una regione dove chi critica il potere viene portato in tribunale, perché la democrazia, così si converte in altro.”

In chiusura interviene anche Elena Ostanel, consigliera del movimento civico Il Veneto che Vogliamo: “Quanto accaduto in questi mesi è gravissimo. Umanamente e soprattutto politicamente. Abbiamo evitato di sollevare la questione per lasciar fare il suo corso alla giustizia, ma ancora a maggio abbiamo provato a indagare un po’, chiedendo in un’interrogazione quale fosse il bilancio complessivo, economico e non solo, di tutte le denunce per diffamazione promosse da Azienda Zero negli ultimi 3 anni. Non abbiamo ancora ricevuto risposta dopo 6 mesi. Ma intanto questa storia potrebbe darci già qualche spunto.”