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Thiene-Schio. Tre donne senza scrupoli, vittime preferite disabili e anziani

Una banda di ladre che rapinava e razziava gli anziani residenti nella zona del nord-est vicentino è stata individuata dai Carabinieri della Compagnia di Thiene. Le tre giovani donne, una 24enne, una 27enne e una 28nne, residenti nelle provincie di Rovigo, Venezia e Trento, sono finite nel mirino degli investigatori del nucleo operativo.

I diciassette colpi accertati, precisamente tre rapine e quattordici furti di cui sette tentati, risalgono al periodo compreso tra i mesi di settembre 2020 ed aprile 2021 in cui le giovani “arpie” avevano preso di mira persone sole in età avanzata, in molti casi disabili, residenti tra i comuni di: Sarcedo, Marano, Zugliano, Chiuppano, Caldogno, Dueville e Schio.

IL FATTO

Il risultato oggi ottenuto trae origine dall’indagine convenzionalmente denominata “Bad Women” (n.d.r. donne senza scrupoli) per la crudeltà e malvagità con cui le ladre agivano durante le azioni criminose. Avviata un anno fa dai militari del nucleo operativo della Compagnia di Thiene, dopo la denuncia presentata ai carabinieri di Breganze il 14 marzo 2021 dal marito di una 67enne, disabile, abitante a Sarcedo. La vittima, poco prima di mezzogiorno, mentre si trovava da sola in casa era raggiunta da due donne e mentre una la teneva ferma, l’altra riusciva a strappargli dal collo la collana d’oro dal valore di mille euro e tentava di asportargli gli orecchini che indossava. La malcapitata però gridava a squarciagola per richiamare l’attenzione dei vicini riuscendo così a mettere in fuga le ladre che facevano perdere le proprie tracce allontanandosi sgommando a bordo di una Ford Fiesta di colore grigio, condotta da un terzo complice.

Dopo circa un mese, precisamente il 16 aprile 2021, a Chiuppano, erano segnalati altri due furti in abitazione, le vittime sempre anziane, consumati con la stessa tecnica. Due giorni dopo invece, verso le 14.30 del 18 aprile, a Grumolo Pedemonte un pensionato di 76 anni, mentre passeggiava sulla pubblica via con il proprio cagnolino, veniva stranamente affiancato da un’auto di piccola cilindrata di colore grigio; da questa scendeva velocemente una donna che, dopo averlo abbracciato, fingendosi una sua vecchia conoscente, riusciva a strappargli la collana che indossava e l’anello d’oro infilato a mo’ di pendaglio. La vittima però reagiva e afferrava per il bavaro la ladra, mentre questa si dileguava risalendo a bordo dell’auto condotta dalla complice, l’uomo era così trascinato per una decina di metri e costretto a mollare la presa. Nell’occorso il pensionato ricorreva alle cure mediche per ferite al bacino e agli arti superiori guaribili in dieci giorni.

Acquisiti i nuovi elementi d’indagine, i militari della compagnia di Thiene iniziavano una serie di servizi preventivi specifici concentrando gli sforzi nella fascia oraria tra le 11 e le 16, infatti venivano impiegati nel territorio sia i militari in divisa, del nucleo radiomobile radiomobile e delle stazioni dipendenti, sia gli investigatori in borghese del nucleo operativo, con auto civetta, per poter intercettare la Ford Fiesta sospetta che si stava aggirando in quel periodo. Dopo qualche giorno di duro impegno, infatti, la costanza e la determinazione dei militari è stata premiata.

L’INDIVIDUAZIONE DELL’AUTO E DELLE RESPONSABILI

Erano le 14,30 del 23/04/2021 e un equipaggio in abiti civili, mentre era impegnato nell’osservazione e nel controllo della zona ovest del territorio, avvistava sulla SP46 di Torrebelvicino l’auto “sospetta” ferma ad un distributore di benzina per il rifornimento. A quel punto, con il coordinamento della centrale operativa della compagnia di Thiene, sono stati allertati tutti gli altri militari dell’articolato dispositivo mentre chi aveva avvistato il veicolo, iniziava un pedinamento. La Ford Fiesta, osservata e seguita con discrezione, si spostava sulle strade con molta stranezza per oltre un’ora, attraversando i comuni di Santorso (VI), Carrè (VI) e Zanè (VI), quasi sicuramente alla ricerca di un altro “possibile obiettivo” e di una “vittima” da colpire. Infatti, una volta giunta in via Cappuccini di Marano Vicentino (VI), si fermava davanti a un’abitazione e, una delle donne a bordo, smontava ed improvvisava un colloquio con un’anziana signora presente nel cortile antistante. A questo punto gli investigatori, visto quanto accaduto in passato e considerate le circostanze molto equivoche che si stavano svolgendo, al fine di impedire qualsiasi tipo di conseguenza specialmente per l’anziana, allertavano una pattuglia dei Carabinieri di Breganze, in divisa e con auto con colori d’Istituto, affinché procedesse al controllo dell’auto e all’identificazione degli occupanti a bordo del veicolo. In quel preciso istante però, la donna alla guida della Ford Fiesta, appena avvistava i carabinieri, ripartiva a forte velocità, speronando in retromarcia la Fiat Punto militare sottraendosi, momentaneamente, al controllo di polizia. Ne scaturiva un concitato ma breve inseguimento per le vie del centro di Marano e, durante la corsa, mentre i militari in divisa finivano fuori strada riportando per fortuna lievi danni al veicolo e varie contusioni, la corsa spericolata della Ford Fiesta era letteralmente bloccata, nella zona artigianale di Marano Vicentino, dai militari in borghese dopo che l’auto in fuga sbatteva contro un altro veicolo, che viaggiava in senso opposto, condotto da una signora del posto che era in compagnia della figlia minore. Queste ultime, nell’occorso, riportavano fortunatamente solo lievi lesioni.

I militari, dopo aver bloccato definitivamente il veicolo, hanno accompagnato le tre donne spericolate in caserma a Thiene dove sono state sottoposte a perquisizione e alle varie procedure di foto-segnalamento per la successiva denuncia all’A.G. berica per i reati di: lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. Alla guida della Ford Fiesta si trovava la più anziana delle tre: B.R. residente a Marghera, mentre seduta sul lato passeggero vi era G.H. di anni 27 residente a Villamarzana e sui sedili posteriori la più giovane D.P. 24enne residente a Trento, tutte e tre già note alle forze dell’ordine poiché responsabili di precedenti episodi criminosi, della stessa indole, commessi anche in altre province.

L’ATTIVITA’ D’INDAGINE

Le indagini sono state caratterizzate da diversi servizi perlustrativi dedicati, servizi di osservazione sul territorio, meticolosi accertamenti sul campo, raccolta delle numerose testimonianze, analisi delle segnalazioni giunte al 112, monitoraggio degli avvisi preoccupanti postati da alcuni cittadini sui vari social networks, che hanno permesso di mettere in risalto il disegno criminoso, protrattosi nel tempo, da parte delle indagate e individuare con certezza, sia il veicolo utilizzato per le scorribande, che le stesse occupanti evitando che continuassero a delinquere indisturbate.

A seguito della ricognizione dei molteplici casi analizzati, è stato stimato un bottino complessivo di circa quindicimila euro tra preziosi di vario genere, monili in oro e contanti asportato alle vittime.

 Barbara De Munari della Procura della Repubblica di Vicenza, magistrato che ha coordinato l’inchiesta, puntualmente aggiornata dai Carabinieri del Nucleo Operativo di Thiene che hanno operato grazie ad un adeguato raccordo investigativo con gli altri comandi Arma e gli uffici delle polizie locali del territorio, ha quindi potuto richiedere al GIP presso il Tribunale di Vicenza il rinvio a giudizio per le tre donne ritenute responsabili, in concorso tra loro, dei diciassette episodi criminosi. Le stesse, alle quali è stato notificato in questi giorni l’avviso di conclusione delle indagini preliminari da parte dei carabinieri competenti per territorio, dovranno difendersi in Tribunale per i reati di: rapina, violazione di domicilio, furto continuato in abitazione in danno di anziani, delitti aggravati per aver profittato di circostanze di persona tali da ostacolare la privata difesa.