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Thiene. Grazie agli studenti del Chilesotti la memoria degli avi diventa digitale

Tuffo nella storia demografica degli antenati per gli studenti del Chilesotti di Thiene con il fine di conoscerla ma soprattutto salvarla dall’oblio inevitabile della carta.

 

Le due classi di 4B e 4C dell’Istituto tecnico e tecnologico si sono rimboccate le maniche e hanno messo mano ai 17 registri di morte di stato civile austriaci conservati nell’archivio del Duomo di Thiene, datati 1816-1872, dai quali hanno ricavato 1.700 foto, una per ogni pagina dei registri. Un ‘work in progress’ che li sta tenendo impegnati in un lavoro di gruppo un paio di giorni la settimana.

 

Iniziato in maggio 2015, dal punto di vista scolastico si tratta di un lavoro pionieristico, un’opera di conservazione unica che per gli studenti ha una finalità didattica ben precisa, oltre a quella di salvare preziosissime informazioni per i posteri. I dati vengono inseriti dai ragazzi in un database che potrà essere in futuro consultabile da ricercatori e storici. I registri infatti custodiscono ben 12 mila schede di altrettanti thienesi, con indicati dati anagrafici, nascita, causa della morte e professione.

 

La densità di informazioni è preziosissima in vista dello studio sulla situazione sanitaria dei nostri trisavoli thienesi nel periodo post napoleonico che i ragazzi vogliono portare a termine, aiutati e motivati dai loro professori Matteo Dal Santo e Stefano Secco (Italiano e Storia) e Piergiuseppe Dal Santo (Elettronica).

 

‘L’aspetto più importante del lavoro dei ragazzi – ha detto il professore e storico Matteo Dal Santo – è quello di essersi impegnati in una attività multidisciplinare di integrazione tra storia locale e informatica. Con la loro ricerca hanno inoltre creato tra scuola e società un legame che dà un senso ai loro studi. Non solo: con l’informatizzazione migliaia di informazioni storiche che potrebbero andare perse da un momento all’altro sono salve per essere consultate da tutti’.

 

Capire la scrittura dei nostri antenati di un secolo e mezzo fa non è stato per nulla semplice, ha spiegato invece il prof. Secco. ‘Soprattutto per quegli studenti che non sono italiani. Dare un significato a tutti i ‘Bepi ed i ‘Toni’ è stata una sfida, ma ciò non toglie che questo sia un modo assolutamente interessante di fare storia’.

 

L’obiettivo per gli studenti è quello di inserire tutti i dati entro l’estate, per poi riuscire a dare ai risultati una forma pubblica. Il lavoro richiede fatica, ma i ragazzi sembrano soddisfatti dei risultati. ‘Soprattutto della parte informatica’ hanno ammesso. Ma qualcuno anche di quella storica. ‘E’ interessante trovare – ha detto un ragazzo – nomi e storie di persone che sono vissute più di cento anni fa nel nostro territorio’.

 

L’archivio informatico, creato in Acces, è stato preparato per i ragazzi dal professor Piergiuseppe Dal Santo, e consente di elaborare i dati in base ad una ricerca specifica, per esempio: quali erano le professioni più comuni? Che percentuale di bambini moriva entro il primo anno di vita? Con questi accorgimenti si dà un ulteriore impulso alla consultazione, velocizzando la ricerca storica.

 

Lunedì alle 9.40 l’istituto ospiterà la conferenza ‘Nell’abisso e ritorno’, tenuta da Gianpietro Dalla Zuanna, professore di Scienze statistiche all’Università di Padova, che parlerà di mortalità infantile nel Veneto fra il ‘700 e l’800. Un evento importante per approfondire il mondo della statistica applicato alla ricerca storica.

 

Marta Boriero