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Lo sfogo degli operai: ‘Il nostro dramma inascoltato’

‘Non ci ascolta nessuno. C’è un mondo indifferente attorno a noi, che sembra sordo al nostro urlo di disperazione’. La denuncia arriva da Federica Perin, rsu di Filivivi. La sua è una storia di ordinaria difficoltà economica, con una famiglia e dei figli. Dice che è difficile spiegare la rinuncia della pizza del sabato sera ai ragazzi.

Il discorso di Federica Perin è realistico e tocca nel suo racconto composto, quando magari pensi ai figli di ‘ricchi che rimangono ricchi’ nonostante la crisi, che stanno lì a scegliere i jeans griffati sbruffando o si perdono nell’indecisione sull’ andare in vacanza in una capitale europea o alle Baleari. ‘Siamo ignorati, i nostri problemi e  il nostro dramma non sono tenuti in considerazione – ha detto Federica Perin – non ci sta aiutando nessuno. Il popolo Veneto è anche molto pudico e fa fatica a denunciare il proprio disagio’.

Ivano Zuin, 55 anni, metalmeccanico della Scortegagna spiega invece, quanto sia difficile andare avanti senza lavoro quando sei più vicino all’età della pensione  che a quella per ricominciare da capo. Lui è senza lavoro. Ha una moglie a carico, due figli ormai adulti. Racconta che non può chiedere aiuto nemmeno a loro perchè sono precari entrambi. Non se la sente.

Lo sfogo più amaro è quello di una ex operaia, che lascia la sede della Cgil, ringraziando la stampa che ha ascoltato. ‘Sono la mamma di una bambina con problemi di salute che richiedono cure costose e si sta male parecchio quando un genitore è consapevole di non poterle garantire. Come me, ci sono altri padri e madri che soffrono in silenzio’.

N.B.