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“Almeno un docente di diritto in ogni scuola”

Apidge, l’Associazione professionale degli insegnanti di Discipline giuridiche ed economiche, a seguito dell’emanazione della Legge n.92 del 20.08.2019 ha da subito intrapreso una serie di attività, quali rilevazioni statistiche, studi e ricerche educative, confronti con le Istituzioni, in modo da poter contribuire attivamente al dialogo aperto dal Ministro Fioramonti con i rappresentanti del mondo della scuola in vista dell’applicazione della legge.

Insediato il nuovo Governo, esattamente il 12 settembre 2019 Apidge ha formalmente comunicato (prot. 27949) al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Fioramonti, la piena disponibilità a fornire un suo contributo in tema di didattica in sede di redazione delle disposizioni attuative della legge. Un’offerta che, nel silenzio dell’Amministrazione, l’associazione degli insegnanti di Diritto e di Economia ha riproposto lo scorso 11 novembre (prot.34036). In attesa di essere ascoltato dai Vertici del Miur un gruppo di studio appositamente nominato dal Presidente Ezio Sina ha formulato una prima riflessione da condividere con tutti i 18.000 docenti di Discipline giuridiche ed economiche anche in vista delle numerose attività che si vanno a programmare nelle singole istituzioni scolastiche per l’anno scolastico 2020/2021.

Cosa prevede la legge. Con la Legge n.92 del 20/08/2019, entrata in vigore il 05/09/2019, è stato istituito l’insegnamento scolastico dell’educazione civica, come materia autonoma e relativa valutazione separata rispetto alle altre discipline. L’art. 2, comma 3, della legge dispone che “Le istituzioni scolastiche prevedono nel curricolo di istituto l’insegnamento trasversale dell’educazione civica, specificandone anche, per ciascun anno di corso, l’orario che non può essere inferiore alle 33 ore annue” e che per raggiungere il predetto orario gli istituti scolastici “…possono avvalersi della quota di autonomia utile per modificare il curricolo”. L’art. 2, comma 4 prevede nella sua prima parte che l’insegnamento trasversale di educazione civica venga affidato in “contitolarità ai docenti”, sulla base del curricolo di istituto in tutte le scuole del primo ciclo.
L’art. 2, comma 4 prevede altresì che “Nelle scuole del secondo ciclo, l’insegnamento è affidato ai docenti abilitati all’insegnamento delle Discipline giuridiche ed economiche, ove disponibili nell’ambito dell’organico dell’autonomia”. L’art. 2, comma 5 precisa che tra i docenti a cui e’ affidato l’insegnamento dell’educazione civica, verrà individuato un docente con compiti di coordinamento. Una disposizione ovviamente applicabile soltanto nelle ipotesi in cui non sia disponibile un docente abilitato all’insegnamento delle Discipline giuridiche ed economiche. Sempre l’art. 2, al comma 9, chiarisce che con l’entrata in vigore di questa legge viene abrogata la precedente normativa che disciplinava l’insegnamento di tematiche relative alla Cittadinanza e Costituzione. Una disposizione che dunque va categoricamente ad escludere la prosecuzione delle tante esperienze innovative progettate dalle scuole in questi ultimi anni. La Legge n.92 del 2019 determina infine la clausola di invarianza finanziaria, secondo la quale l’applicazione della legge non può comportare “nuovi o maggiori oneri di finanza pubblica”. Come primo effetto pertanto resta esclusa ogni forma di codocenza nell’insegnamento dell’educazione civica: l’impegno di due o più docenti contemporaneamente sullo stesso gruppo classe, comporta inevitabilmente un aggravio di spesa.

Cosa sostiene Apidge. Le tematiche oggetto di insegnamento di Educazione Civica attengono in via principale al Diritto nelle sue diverse branche del Diritto pubblico, europeo, internazionale, privato, penale anche minorile, stradale, di tutela della privacy, dell’ambiente, dell’alimentazione ecc. E proprio il Diritto potrebbe essere introdotto per tale via in tutte le istituzioni scolastiche, soprattutto ove non è presente nei quadri orari: l’indisponibilità di un docente di Discipline giuridiche ed economiche rappresenta dunque una grossa penalizzazione, una discriminazione per una consistente parte dei nostri futuri cittadini.
Da tempo Apidge denuncia il basso livello di alfabetizzazione giuridica in Italia, così come risulta dalle statistiche nazionali. L’insegnamento dell’Educazione Civica dovrebbe infatti essere un primo atto politico in risposta alla propensione alla violazione delle regole, comprovata nello stesso contesto scolastico dall’elevato numero di episodi di bullismo e cyberbullismo che occupano quotidianamente le cronache giornalistiche. Apidge rappresenta chi è istituzionalmente chiamato ad insegnare il Diritto nelle scuole (Dpr n. 19/2016 e successive modificazioni) e chiede da anni che venga garantita la presenza di almeno un docente di Diritto in tutte le scuole: un semplice provvedimento amministrativo con cui il Ministero, nelle operazioni relative alla mobilità del personale docente, sarebbe in grado di distribuire al meglio le risorse umane di cui dispone in eccedenza. Un semplice, ma saggio intervento normativo, attraverso cui si potrebbe garantire il varo più politicamente corretto della nuova Educazione Civica.