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I sinti e i rom di Vicenza, gridano aiuto…

A seguito dei blitz nei campi (quartieri) di Viale Diaz, Cricoli e nell’area abitativa di Via Biron di sopra, è sacrosanto che chi ha commesso il dolo paghi con la giustizia. Ma a fronte di alcuni mal intenzionati, non si può incolpare tutti i residenti, i quali soffrono il disagio di vedere ogni tanto la polizia entrare nelle loro residenze; dei blitz che mettono in subbuglio l’intera cittadinanza, anche se a volte si concludono con un nulla di fatto.

Persone che cercano, malgrado la povertà – non tutti hanno le macchine di lusso, spesso sono vecchie e sgangherate uno – cercano di condurre, in un ghetto non semplice, una vita onesta e che per l’ennesima volta vedono i loro sogni sfumare per colpa di altri. Nei campi in città, come per esempio quello di Viale Cricoli, sono molti coloro che cercano di non cadere nella rete della microcriminalità “per necessità”, anche se oggi non è semplice senza un lavoro, con il venir meno degli ammortizzatori sociali, in una situazione di povertà dove non ci sono nemmeno i soldi per mettere un piatto di polenta in tavola, costretti (uomini, donne e bambini) passare il prossimo inverno al freddo e a non curarsi, poiché non ci sono i “bessi” necessari per vivere e pagare quei servizi essenziali per la vita, che le finanziarie, i patti di stabilità, le riforme sanitarie hanno tolto a loro come a noi.
Queste persone per l’ennesima volta chiedono aiuto, aiuto come tanti altri poveri vicentini, per non cadere, per educare e crescere i propri figli nell’onestà. Aiuto significa toglierli dal ghetto, dare dei luoghi diversi dove le singole famiglie allargate, possono vivere decentemente, significa inserirli negli ammortizzatori sociali, dare loro la possibilità di curarsi, dare loro la possibilità di entrare nel mercato del lavoro, creare un progetto di cooperazione che permetta loro di continuare legalmente la loro attività di raccolta dei metalli, quella professione che grazie alle riforme in materia, non possono più svolgere, non avendo i danari per aprire delle società.
“Fuori chi ha precedenti penali” tuona la destra, ma perché il PDL e la Lega non guardano in casa loro. A pagare non devono essere solo i “ladri di galline”, ma anche gli evasori camuffati e i magna – magna della casta, che con reati ben più gravi, sono sempre là, e continuano a mangiare sulle nostre spalle, sulle loro spalle, e non con pieni di benzina, o qualche vestito o alimento, rubato, ma milioni di euro che rimpinguerebbero le finanze dello Stato e dei servizi sociali. Ma a questi non si dice fuori, vero?

Irene Rui, responsabile provinciale, del dipartimento politiche migratorie ed etniche di Rifondazione Comunista-FdS di Vicenza