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Premi agli infermieri? Quanta ignoranza…

«Siamo stanchi e amareggiati, ma non sconfitti: abbiamo quasi perso la voce nel far capire a questo Governo che la categoria degli infermieri non lavora a cottimo, ma come dipendenti. Si continua a parlare di premi importanti per chi ha sostenuto la battaglia al Covid-19. Nessuno dimentichi che da lungo tempo ormai rivendichiamo una profonda rivalutazione della nostra posizione contrattuale. Troppo semplice mettere pochi euro sui fondi incentivanti sostenendo che quelli sono premi per gli infermieri. Non è vero, si tratta di fondi destinati a tutto il personale del comparto, compreso chi lavora di penna, qui parliamo di chi di Coronavirus non ne ha mai visto nemmeno l’ombra. Nei fatti, nel decreto rilancio, non esiste “nessun specifico riconoscimento dedicato agli infermieri” ed alla nostra lotta alla pandemia profusa sul campo. Peraltro, in questo sistema sanitario così “fallace”, ogni qual volta c’è da portare a termine anche il più semplice dei progetti, non si riesce a gestire nulla in modo uniforme. E così si finisce con il passare la patata bollente alle regioni, uno scarica barile che certo non fa bene al sistema e che non valorizza la nostra professione», sbotta De Palma.
«Entrando nel merito del “fantomatico” premio bocciato, si apprende da autorevoli fonti politiche, che la ragione della bocciatura dell’emendamento 1.4 della Lega, quello tanto discusso e stoppato da Pd, Italia Viva e Movimento Cinque Stelle, avrebbe la sua ragione proprio nel fatto che il Governo aveva già previsto fondi con il Decreto Rilancio. E qui non può che scattare il nostro sorriso amaro, dice il Presidente del Nursing Up.
Parliamo anche in questo caso di soldi, se ci si riferisce a quei pochi attribuiti ai fondi incentivanti, che non sono stati destinati affatto alla sola categoria infermieristica, ma bensì a tutto il comparto sanitario e che aspettavano di essere rimpinguati da anni, mentre la parte restante serve per retribuire particolari condizioni di lavoro, come le indennità per chi opera nei reparti di malattie infettive. Nulla di nuovo sotto il sole perché si parla di indennità già dovute per contratto agli infermieri operanti in queste situazioni particolari. Il problema non consiste tanto nell’aver bocciato un bonus (la proposta della Lega) perché ce n’era già un altro in previsione, quanto nel fatto che quel fantomatico premio, sino ad ora, nessun infermiere lo ha mai visto, e questa è la prova dirimente. E si commette un altro errore anche quando si mette la materia nelle mani delle Regioni senza un rigoroso vincolo di destinazione delle risorse messe a disposizione, perché in questo modo si rischia solo di illudere gli infermieri come nel caso dei fantomatici aumenti, e che invece nella maggior parte dei casi percepiranno quello che toccherà a qualunque altro dipendente o poco più, forse addirittura gli stessi importi che percepiranno dipendenti che sono stati a casa loro in smart working durante tutto il periodo di emergenza.
Insomma, io qui non vedo premi “dedicati agli infermieri” degni di essere considerati tali, ne aumenti dello stipendio mensile.
E allora mi rivolgo a quei signori che hanno bocciato l’emendamento perché già esisteva un premio destinato ai sanitari e dico: noi infermieri attendiamo da tempo un aumento fisso in busta paga, dovremmo davvero gioire così tanto nel vederci pagati gli straordinari che ci hanno obbligato a fare ogni giorno, oltre il nostro normale orario, quasi sempre mettendo da parte le nostre stesse famiglie ed i nostri figli? Ed ancora, pensate davvero che ci venga voglia di gioire così tanto quando grazie alle vostre norme ci spettano gli stessi compensi incentivanti che percepirà altro personale che di rischio Covid 19 non ne conosce nemmeno l’odore, o che durante l’emergenza ha lavorato da casa oppure seduto dietro ad una comoda scrivania?
Davvero ci chiedete questo?
Noi infermieri siamo davvero stufi di tutto ciò, e se così stanno le cose allora fate la scelta migliore per tutti: portate a casa la vostra grassa e pericolosa ignoranza»