“Chiedevamo un’espressione chiara di voto per rispetto della nostra storia che ci ha consegnato la libertà e per la dignità dell’istituzione che rappresentiamo, perché non può esserci più spazio per ambiguità. Un atto di responsabilità e coraggio che è mancato”. Così i Consiglieri regionali del Partito Democratico Veneto con il Capogruppo Giacomo Possamai e i colleghi Anna Maria Bigon, Vanessa Camani, Jonatan Montanariello, Andrea Zanoni e Francesca Zottis commentano la mozione di riserve nei confronti dell’assessore Elena Donazzan per aver cantato Faccetta Nera in una trasmissione radiofonica, non ammessa perché ha votato a favore la sola opposizione. “Avevamo apprezzato – affermano i Consiglieri – le parole arrivate nei giorni scorsi dai gruppi di maggioranza in primis Lega e Lista Zaia, parole molto forti e chiare. Ci aspettavamo fossero consequenziali: inutile altrimenti affermare che si tratta di posizioni incompatibili con la democrazia. Quanto accaduto nei giorni scorsi negli Usa ha confermato quanto sia fragile la democrazia e che ogni nostro messaggio come istituzioni ha un peso specifico profondo, a maggior ragione in un periodo come questo, con tensioni sociali crescenti. L’assessore Donazzan ha chiesto scusa, ma l’unico modo per renderle vagamente credibili è quello di dichiararsi antifascista come la nostra Costituzione. Dopo aver ascoltato le sue parole in aula e letto quanto ci ha inviato nei giorni scorsi, parlando di censura e con un imbarazzante appello alla pacificazione nazionale costruita sul riconoscimento delle ragioni dei vinti, la necessità di approvare all’unanimità la mozione era ancora più forte; abbiamo avuto conferma che quella ‘canzoncina’ non è stato un atto di leggerezza”. “È inammissibile – hanno ribadito i consiglieri del PD – mettere sullo stesso piano Faccetta Nera e Bella Ciao. La prima è il simbolo di oppressione e dentro c’è tutto il fascismo: razzismo, violenza sessismo. L’altra è simbolo di liberazione, che piaccia o meno. Il fascismo è stato un periodo buio e di terrore che ha portato tutta l’Italia a impoverirsi dal punto di vista morale, economico e civile. L’astensione della maggioranza significa non voler prendere su questo una posizione netta e chiara”.
‘Errore grave che ha creato imbarazzo’
“Nella Regione del Veneto non c’è spazio per la nostalgia – continuano i due capigruppo – né per il revisionismo. Definire una “leggerezza” quello che in realtà è stato un errore grave ha generato imbarazzo e malessere personale: è stata negata una verità storica, e nessuno di noi mette in dubbio questo. E la storia, ricordiamo, è maestra: studiamola. Abbiamo già espresso più volte la nostra posizione al riguardo nei giorni scorsi. Ora è il momento di superare questa brutta parentesi e di tornare a pensare ai reali problemi dei veneti”.