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“Famiglie venete costrette a rateizzare le bollette, da Regione e governo poco o nulla”

Manifestazione e raccolta firme contro il caro bollette in piazza Montale, Torino, 19 febbraio 2022. ANSA/ALESSANDRO DI MARCO

“Le famiglie venete costrette a rateizzare le bollette, in particolare di luce e gas, sono quadruplicate nel corso del 2022: secondo l’Adico, si tratta di almeno 100 mila famiglie in difficoltà con i conti del caro energia. Eppure meno di un mese fa, nella manovra di bilancio regionale, la maggioranza di Zaia ha bocciato i miei emendamenti per aiutare le famiglie venete a far fronte all’aumento dei costi”. Così la Consigliera regionale Erika Baldin, Capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale, che ricorda come “Nel corso dibattito sul bilancio si è vista bocciare una proposta emendativa mirata proprio a contrastare gli effetti dell’inflazione: una scelta poco lungimirante da parte di Lega e Fratelli d’Italia. In dicembre avevo presentato anche un emendamento per aiutare le associazioni del terzo settore a sostenere gli aumenti dei carburanti. Non solo, avevo predisposto emendamenti per sostenere famiglie e imprese massacrate dall’inflazione. Mentre la Regione bocciava queste proposte, a Roma il governo Meloni ripristinava le accise sulla benzina smentendo tutte le promesse elettorali. Un voltafaccia in piena regola e Zaia, con il suo bilancio regionale lacrime e sangue, non è da meno: se mancano le risorse per intervenire a sostegno delle fasce più fragili, è perché Zaia da tredici anni a questa parte ha scelto di alleggerire la tassazione ai più ricchi”.

“In questo contesto – continua l’esponente del M5S – la scelta del governo Meloni di dire addio al Superbonus è totalmente scellerata. Il Veneto è la seconda regione ad aver tratto il maggior beneficio in termini di interventi realizzati con 6,1 miliardi di euro di investimenti, altro che autonomia: una Regione seria farebbe le barricate, anche nei confronti del governo amico, per mantenere e anzi potenziare questa misura. Penso ai benefici che ancora si potrebbero avere, ad esempio per il Comune di Venezia dove l’80% degli edifici è in classe energetica F o G e dovrà adeguarsi alle nuove norme Ue entro il 2030”.

“Rinunciare a tutto questo – conclude Baldin – significa rassegnarsi ad altri episodi come quello del pensionato mestrino picchiato per aver chiesto indietro due caparre da 2.500 euro dopo la decisione del governo di non prorogare gli incentivi fiscali”.