Il Consiglio regionale del Veneto ha approvato all’unanimità una nuova legge sui prodotti a chilometri zero. A 15 anni dalla prima legge che promuoveva l’uso di prodotti ‘dal campo alla tavola’, l’assemblea regionale, con un intervento proposto dalla Giunta e presentato in aula da Milena Cecchetto (Lega-Liga veneta), ha rafforzato la legge estendendo il concetto di ‘filiera corta’ anche nella pesca e nell’acquacoltura e introducendo criteri preferenziali per l’aggiudicazione degli appalti per le mense di scuole, sanità, aziende, istituti assistenziali. La nuova legge introduce, inoltre, norme sull’etichettatura e per la maggior informazione dei consumatori, promuove la filiera corta anche nella grande distribuzione, prevede iniziative di distribuzione di frutta fresca nelle scuole, anche mediante distributori automatici, nonchè nelle strutture sanitarie e sociosanitarie. Tra le novità, l’istituzione dell’Osservatorio regionale per la promozione dell’utilizzo dei prodotti a chilometro zero.
Benedice la norma anche la correlatrice, la verde Cristina Guarda, pur suggerendo “passi ulteriori” nella legislazione, prevedendo maggior trasparenza, controlli adeguati sulla qualità e la non contaminazione da inquinamenti ambientali, un sostegno più deciso ai prodotti biologici, e criteri di maggiori rispetto ambientale, senza penalizzare i produttori locali. Pollice su anche da Andrea Zanoni del Pd (“una legge importante, primo passo per valorizzare i prodotti locali e contenere i consumi di carburanti e le emissioni inquinanti nell’atmosfera”) e Roberto Bet (Lega-Liga veneta) che ha proposto di promuovere i prodotti tipici e locali “a partire dalle scuole”, e nei distretti del cibo, già presenti nel territorio Veneto“. Placet anche dal presidente della commissione Agricoltura e attività produttive Marco Andreoli che ha curato l’istruttoria del provvedimento.