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Piovene. Dal No Valdastico Nord alla poltrona di sindaco: Priante scende in campo

“Ridurrò il mio stipendio e metterò Piovene Rocchette al centro delle relazioni sovracomunali”. Dopo aver battagliato con tutte le sue forze con il Comitato ‘No Valdastico Nord’, Renzo Priante, 63 anni, architetto, sposato e padre di 2 figlie, ha deciso di presentarsi come candidato Sindaco alle prossime amministrative di Piovene Rocchette. Per puro caso, perché dopo essere stato interpellato per analizzare e risolvere vari problemi si è reso conto di una cosa: “Un Sindaco può fare qualcosa di concreto per la sua città”.

 

 

Priante, perché ha deciso di candidarsi sindaco?

E’ stato un caso. Sono stato chiamato per discutere su svariati temi e ogni volta mi chiedevano di approfondire. A un certo punto ci ho preso la mano e mi sono appassionato al ruolo. Ho capito che i problemi da risolvere sono tanti e solo chi ha un ruolo attivo può risolverli. Ad esempio, ho iniziato la mia battaglia contro la Valdastico Nord solo perché ero interessato a capire che fine avrebbe fatto la chiesa di Sant’Agata che adoro. Seguendo il filo nel bosco mi sono ritrovato in politica.

Segue un partito o ha fondato una lista civica di orientamento di centrosinistra?

Niente partiti, la politica di casta è finita. Siamo una lista civica che si chiama ‘Ali per Piovene Rocchette’. Nell’ottobre dello scorso anno si è formato un piccolo nucleo di discussione attorno ai problemi della città. A questa discussione ho partecipato anch’io, ormai libero dagli impegni della Valdastico. L’intenzione era quella di offrire un’alternativa all’attuale amministrazione, arrogante nei confronti dei cittadini e inadeguata a cogliere i segni di mutamento che vi sono nella comunità di Piovene. Questo è il punto di partenza. Partendo dai cittadini abbiamo aggregato persone di varia provenienza, senza accordi tra partiti e segreterie.

Quali sono i punti principali del suo programma politico?

Voglio far ritrovare a Piovene la sua centralità, rafforzare il centro storico e la zona commerciale. L’Auditorium deve diventare un punto di attrazione anche per gli altri comuni e dobbiamo recuperare un ruolo di primo piano rispetto ai comuni limitrofi. Piovene ha 8.200 abitanti ma in questo momento è più un comune di passaggio che di riferimento. Un comune che conta oltre 8.000 persone deve dare di più ai suoi cittadini. Vorrei fare un teatro nella birreria vecchia e lavorare per la mobilità sostenibile: per muoverci in città non dobbiamo essere sempre obbligati a prendere l’auto.

Piovene è tagliata da una strada importante, per caso quello può essere un problema?

La viabilità attuale è sicuramente un punto di debolezza. A Piovene passano ogni giorno 16mila veicoli su strade provinciali. Dobbiamo vivere vicino al traffico, costruendo marciapiedi e attraversamenti sicuri. La statale non deve essere vista come una barriera, ma come una semplice strada che si può attraversare. In questo momento le nostre strade sono fatte solo per le auto e non per i pedoni, è arrivato il momento di renderle fruibili a tutti.    

Lei ha iniziato la sua attività concreta schierandosi contro la Valdastico Nord. Sarà sempre una delle sue battaglie?

La Valdastico Nord non serve. La prima persona a cui l’ho detto è stato il Sindaco Colman. Ora per quell’argomento ho fatto tutto ciò che potevo, ho liberato la testa e spostato l’attenzione su tutta Piovene.

Che cosa non le piace dell’amministrazione di Maurizio Colman?

Ha un approccio insensibile ai problemi della gente. Quando si discute con lui prende tutto come un’offesa personale. Non ha focalizzato l’attenzione sui bisogni dei cittadini. Per esempio, ha mandato 54 studenti che chiedevano un’aula studio dal parroco. Io non l’avrei mai fatto. Ci sono 411 ragazzi dai 15 ai 20 anni. Bisogna dare loro le opportunità di vivere la loro città e creare luoghi di aggregazione.

E dei cittadini stranieri cosa ne pensa?

E’ un fenomeno epocale, l’Italia è piena di stranieri. Negli ultimi anni a Piovene sono aumentati da 757 a 1.262, con un incremento del 67% in 8 anni. Un’amministrazione deve trattare i cittadini come prevedono le leggi, non può modificare le leggi né comportarsi in modo da aggirarle, quindi ogni cittadino è uguale davanti alla legge. Si devono fare politiche di integrazione utili e non ideologiche. Non dobbiamo ‘lavare i piedi’ ai cittadini extracomunitari, dobbiamo piuttosto cercare di integrarli nel pieno rispetto delle nostre regole comuni. Vanno promossi corsi di italiano per stranieri e ci deve essere dialogo tra cittadini nel rispetto della legge.

Quale sarà la sua prima azione concreta nel caso fosse eletto Sindaco?

 

Mi farò ridurre lo stipendio e ne restituirò una parte al Comune e alle Associazioni. 

Anna Bianchini