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Thiene. Con Scanavin salgono a 5 i candidati sindaco. ‘Vento Nuovo’: ‘La solita destra divisa’

Dice di poter contare su ben 4 liste e e ambisce a portare avanti una campagna elettorale in mezzo alla gente. Vuole una Thiene nuova in grado di fronteggiare le sfide del futuro e gli ostacoli dell’impegnativa realtà che stiamo vivendo.

Non vuole avere a che fare con i partiti e si definisce una civica a tutti gli effetti Giulia Scanavin, 50 anni appena compiuti e il sogno della poltrona da primo cittadino: “Le quattro liste che mi sosterranno” – spiega l’unica donna in lizza nella corsa a sindaco – “sono costituite da donne e uomini con esperienze di vita e di lavoro diverse. Sarà entusiasmante e saremo in campo con l’obiettivo di costruire un legame indissolubile che unisca l’intera cittadinanza di Thiene nel segno della sostenibilità economica, sociale ed ambientale”.

Il passo di Giulia Scanavin era prevedibile, dopo la sua brevissima esperienza in Lega dove non ha avuto la tessera e dove è stata poco valorizzata nonostante sia stata per mesi colei che preparava le interrogazioni e le interpellanze, suggeriva le strategie da adottare in Consiglio Comunale e dopo che più di tutti si è battuta in prima persona per ottenere la bocciatura del Piano di espansione dell’ex Carrefour, che poi ha ceduto il passo al Tosano.

Introdotta nel Carroccio thienese da Attilio Schneck, che le ha insegnato come un mentore, non è riuscito però a farla imporre al momento della decisione del candidato a sindaco. Troppe invidie dentro la Lega, troppe divisioni e troppe antipatie personali hanno costretto Giulia Scanavin a percorrere la sua strada autonomamente. Dopo un fugace approccio con Giampi Michelusi, che non ha portato ad alcun accordo, si è trovata vicina a Christian Azzolin, anche lui ‘bastonato’ da partiti che da Vicenza hanno imposto il nome di Manuel Benetti arrivando persino a farlo dimettere dal partito della Meloni che aveva sposato da un paio d’anni.

Proprio dalla rottura dell’avvocato e dell’imprenditrice dai partiti di destra, è nato il progetto ‘Thiene Rinasce’, un contenitore di anime nauseate dalla politica classica dei partiti.

Dinamica, intraprendente, moglie e madre attenta, talvolta discussa, per posizioni spesso estreme che ha sempre portato comunque avanti con la convinzione delle sue personali idee, che sebbene rappresentanza di minoranze, ha avuto il coraggio di perorare fino in fondo. La sua discesa in campo porta così a 5 il numero dei candidati che ambiscono alla poltrona di primo cittadino della seconda città più grande dell’alto vicentino.

Le prime reazioni

Il primo a reagire alla sua presentazione ufficiale è stato Valerio Bassotto, capolista di ‘Vento  Nuovo’, che appoggia la candidatura dell’amministratore di condominio Daniele Apolloni: “Credo di aver perduto il conto dei candidati aspiranti primi cittadini, che come nelle passate due edizioni, nascono come i funghi. A sinistra prosegue la marcia Michelusi che difende le posizioni del suo ‘minestrone’, grazie anche a quel Richielieu di Casarotto che utilizza con sapienza l’esperienza maturata; a destra si sta compiendo il solito squallido gioco di potere tra i vertici dei partiti e i loro referenti cittadini. I leader, come sempre quando si tratta di elezioni, piombano in città e ordinano ai loro iscritti di votare per questo o per quello secondo i segretissimi piani nazionali”.

Secondo Bassotto, in sostanza, la destra è sempre più frammentata, tra candidati e liste. Il leader di ‘Vento Nuovo’ descrive una confusione a destra che disorienta l’elettore e che avvantaggerebbe puntualmente la fazione opposta. Bassotto cita al riguardo lo stesso Attilio Schneck: “La sinistra vince a Thiene non per merito suo, ma per demerito degli avversari di destra. A destra ci si candida per perdere” – come lui stesso ha dichiarato. “Tra chi si candida con nessuna speranza di vincere” – prosegue citando ancora l’ex Presidente della Provincia –  “e chi si candida dividendo l’elettorato comune delle loro liste, sembra di essere in una ‘zuppa di verdura’ con ingredienti ottimi, ma mescolati in modo e quantità assolutamente sbagliate, favorendo così nell’elettorato il ‘minestrone’, magari decisamente meno buono, ma più tranquillo. E non me ne vogliano quelli della destra”.

Gli altri tre candidati vogliono una campagna elettorale senza offese

Nessuna reazione da parte degli altri candidati all’annuncio ufficiale di Giulia Scanavin, che però non li ha colti di sorpresa. Giampi Michelusi preferisce non commentare, ma a suon di video e partecipazioni attive agli eventi cittadini, vuole puntare su sè stesso senza scadere nella denigrazione dell’altro. Non si è scomposto nemmeno l’altro giorno, quando su tutti i media locali, Daniele Apolloni lo ha accusato di non aver fatto niente per la città: “Se non ha fatto molto da assessore, poco potrà fare da Sindaco, come dj lo vedo più a suo agio” ha detto quest’ultimo durante la sua presentazione di sabato scorso. Ma non ne ha risparmiate nemmeno a Manuel Benetti del quale ha detto di essere solo “in grado di “organizzare sagre”.

“Non mi piace scendere a questi livelli e mi sembra che il candidato Apolloni abbia iniziato la sua campagna elettorale non certo nel modo migliore” – ha replicato il geometra appoggiato dai partiti – “non è nel mio stile abbassarmi a commentare alcune battute che non sono neanche ironiche. Non ho mai fatto sagre, ma eventi culturali e di carattere storico, vedi ‘La Nina’ di Thiene unica in tutta la regione Veneto, ancora esistente e che porta avanti una tradizione culturale che affonda la sue radici nel 1300”.

A scendere in campo in difesa del candidato che ha deciso di sostenere, è stata però anche Daniela Panariti, leader della lista ‘Vivere Thiene’. “Una persona competente e sicura di sè, deve brillare di luce propria e non mettersi in risalto criticando gli altri. Non mi vedrete mai farlo durante questa campagna elettorale. Umiltà, sacrificio, impegno, studio e passione: sono questi i principi sui quali ho basato la mia vita e credo che siano fondamentali quando decidi di rappresentare i tuoi concittadini. Il resto è fuffa”.

Natalia Bandiera

Marco Zorzi