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Schio. Battistella su Orsi e la manifestazione ‘no profughi’: “Non è amministrazione, è ignoranza”

“Un sindaco che governa Schio a suon di manifestazioni che vanno contro il sistema non è un amministratore, è un ignorante”.

Poche parole da Giovanni Battistella, capogruppo del Pd in consiglio comunale e seduto nel gruppo di opposizione a Schio, in merito alla manifestazione ‘no profughi’ che è andata in scena ieri sera davanti all’hotel Eden di Schio. Poche parole ma che fanno riflettere e che richiamano a quello che è il ruolo di un amministratore. Dopo la giornata di ieri, è il momento delle reazioni politiche, che ci stanno tutte date le parole grosse contro chi non era nemmeno presente ed è stato attaccato.

Battistella, che cosa ne pensa della manifestazione di ieri?

Uno spettacolo ridicolo e fastidioso. Lo scopo era che il sindaco attirasse il consenso di quelli che sono già i suoi sostenitori, perché da un punto di vista pratico , la serata non ha risolto nulla. Non condivido questo atteggiamento populista, non ha nulla a che fare con l’amministrare una città.

Ci spieghi.

Amministrare una città non significa portare in piazza la gente a manifestare contro il governo. Significa prendere decisioni per il bene dei cittadini. Un sindaco deve mettere firme là dove serve, apportare modiche a regolamenti, dialogare con le istituzioni e il territorio. E’ il rappresentante dei suoi cittadini, di tutti, anche di quelli che non lo hanno votato. Valter Orsi (il sindaco di Schio), organizzando o partecipando a queste manifestazioni, dimostra di voler essere al di sopra di una parte della città e di alcune istituzioni.

Secondo lei c’erano tante persone ieri davanti all’Eden?

Secondo me no. Alcuni dicono trecento, altri cinquecento. Mettiamo fossero cinquecento. Se togliamo le forze dell’ordine, giornalisti e cineoperatori e i membri delle liste quanti ne restano? Trecento? Sono pochi per una città con 43mila abitanti. Il nostro sindaco trascina i suoi seguaci, ma la maggior parte delle persone, evidentemente anche molti di quello che l’hanno votato, si defilano davanti a queste cose, perché hanno capito che sono manifestazioni di auto-celebrazione, non gesti concreti. E tra l’altro, in mezzo a quelle persone (sono ben informato), per me non c’era lo scledense-tipo. E c’erano molte persone da fuori Schio.

Però un atto concreto c’è. Il sindaco ha detto che farà di tutto per ostacolare l’agibilità dell’Eden, in modo che non possa ospitare profughi…

Ma quello non è un atto eroico. E’ normale amministrazione. E’ uno dei tanti gesti concreti che un sindaco compie. L’ha fatto anche a Thiene il sindaco Giovanni Casarotto, ma senza clamore mediatico. L’ha fatto e basta, perché era il suo compito. Con il fare sobrio ma concreto che dovrebbe contraddistinguere il vero primo cittadino.

Che cosa non condivide nell’atteggiamento del suo sindaco quindi?

Orsi dovrebbe governare il sistema e invece se ne chiama fuori. Fa battaglie esterne, suscita polemiche, crea tensioni. Insomma, non amministra. Forse non ha ancora capito in che cosa consiste il suo ruolo. Per quanto riguarda l’accoglienza, noi torniamo sempre sul tema del protocollo. So che non era un sistema perfetto, ma era pur sempre un mezzo per gestire il problema e collaborare con il prefetto e il territorio. E poi ieri, che cosa c’entravano i senegalesi con i profughi? Ha fatto populismo puro, cercando il consenso di  persone ignoranti che non hanno capito il concetto.

Cioè?

Ha voluto dimostrare in modo evidente di non essere razzista. Prendere persone di colore a caso e metterle su un palco significa strumentalizzarle. Quelle persone sono arrivate in Italia con una situazione normale, hanno lavoro e famiglia. Non sono mai fuggiti da una guerra. Fossero stati svedesi o brasiliani sarebbe stato lo stesso, ma Orsi non ha portato sul palco degli svedesi.

Ma, visto che ieri si parlava di profughi, voi siete per l’accoglienza ad ogni costo?

Assolutamente no. Nemmeno noi condividiamo il sistema. Ed è per questo che abbiamo cercato di spingere per la firma del protocollo. Era anche quello un modo per contrastare le imposizioni dello stato, ma in modo concreto. Perché permetteva un dialogo col prefetto, col governo, col territorio. Imponeva un numero minimo e la gestione diretta delle cooperative e degli immobili. Non era perfetto, ma almeno era un tentativo, concordato in squadra. Chi fa parte di un sistema deve farlo. Dialogare e poi, protestare semmai. Ma il dialogo non c’è mai stato

Ieri, in riferimento al governo italiano,  si è parlato di dittatura. Lei cosa ne pensa?

C’è un controsenso di fondo. C’erano persone su un palcoscenico, col microfono in mano, che criticavano il governo. I presenti applaudivano. Una dittatura non avrebbe mai permesso questo. E poi c’è un altro controsenso. Criticano quello che definiscono la ‘dittatura di Renzi’ e inneggiano alla democrazia, ma poi se uno esprime un pensiero diverso dal loro lo ‘scannano’ sulle pagine dei social network facendo di tutto per imporre il loro pensiero. Questa è democrazia? Scusatemi, ma secondo me è ignoranza.

Anna Bianchini