“Credo alla buona fede di Luca Zaia quando dice di fidarsi di Salvini, ma Matteo Salvini e Luigi Di Maio gli stanno facendo terra bruciata intorno e a rimetterci saranno l’autonomia ed il polmone produttivo del paese”.
E’ Flavio a Tosi a pronunciare queste parole che, dopo anni di ‘gelo’ con il governatore del Veneto, ora suonano come disponibilità ad un riavvicinamento. Il tutto in nome dell’autonomia regionale, che a dire di Tosi (e non solo a dire il vero) sarebbe minacciata proprio da quei vertici della Lega che, dopo aver voluto l’abolizione della parola ‘Nord’ dal nome del partito, lo hanno nazionalizzato.
“Salvini e Di Maio sono statalisti e anti federalisti e l’autonomia è ferma al palo – ha commentato Tosi – Luca Zaia si sta arrendendo. L’autonomia di Veneto e Lombardia è ferma al palo. Anche ieri sono saltate le riunioni nella commissione parlamentare sulle coperture finanziarie e l’iter si mostra sempre più farraginoso e complicato”.
Erano state proprio la posizione ‘espansionistica’ di Matteo Salvini e la sua nomina a segretario (promessa a Tosi) ad esaurire la pazienza dell’ex sindaco di Verona e segretario della Liga Veneta, che aveva salutato i compagni e si era schierato alle regionali del 2015 contro Zaia. Ora però Tosi si è reso conto che la ruota sta girando e che quello che ha vissuto lui in passato sta toccando al governatore più amato d’Italia. La Lega infatti è divisa in due, anche se nessuno al suo interno ha il coraggio di ammetterlo e se da una parte c’è lo statalista Salvini, con tutti i suoi seguaci, dall’altra ci sono il più timido Zaia ed i federalisti, messi all’angolo dalla leadership indiscussa del ministro dell’Interno.
“È chiaro che dietro la complessa macchina burocratica parlamentare c’è una precisa volontà politica: il governo Conte, e quindi anche
Anna Bianchini