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Valdastico. Se divento sindaco per la terza volta, mi dimetto da tutti gli altri incarichi

Valdastico con me sindaco ha avuto il prestigio, che non aveva mai avuto. La legge Delrio del 3 aprile scorso permette  ad Alberto Toldo, anche presidente della conferenza dei sindaci dell’Ulss 4, di ricandidarsi per la terza volta come primo cittadino, essendo Valdastico un comune sotto i 3.000 abitanti.

La decisione di ricandidarsi è stata presa senza esitazioni?

 

Non è stata certo una decisione facile. Personalmente, mi sono trovato di fronte ad un bivio tra altre esperienze istituzionali e la mia valle. Ho scelto il mio paese. Qualcosa di più che decidere se candidarsi o meno, una scelta anche di affetto, di lavoro e di vita. Qui ci sono nato, qui sono cresciuto, qui ho tutte le mie radici. Qui, perché vorrei che la Valle continui a essere governata dalla sua gente.

Scelta Civica, il partito di Mario Monti con cui si è candidato alle Europee nel 2013, ha come motto “Cambiamo l’Italia”. Il territorio che amministra, di poco più di 1.400 abitanti, è una zona difficile. Invecchiamento della popolazione, emigrazione, mancanza di strutture, declino urbano sono tra i problemi più evidenti. Lei cosa ritiene di aver cambiato a Valdastico in questi dieci anni di mandato?

Questi anni sono stati ricchi di esperienze, hanno dato un ruolo a Valdastico che non ha mai avuto. Un Comune piccolo oggi o è protagonista di rete nell’area o, se si chiude su se stesso, è condannato alla marginalità. Nella valle i problemi sono tanti, scordiamoci i sogni e viviamo di cose concrete. Se devo pensare a cosa è cambiato in questi dieci anni lo faccio pensando alla vita delle persone: un bimbo non frequentava l’asilo nido ed oggi c’è, un ragazzo andava a scuola in un pulmino dove non si chiudevano le porte e ne abbiamo cambiati due, un giovane non si connetteva a Internet ed oggi c’è il wifi e presto la fibra ottica, una coppia non sapeva dove costruire ed oggi ci sono tre aree di lottizzazione compiute, un anziano non conosceva il centro diurno e troppo presto entrava in casa di riposo, una comunità come questa era ignorata ed Il Ritorno dal Bosco l’ha fatta conoscere. In mezzo un corposo piano di opere pubbliche in ogni frazione, tutte finanziate, che solo il patto di stabilità ci ha impedito di compiere definitivamente.

Abbiamo molte risorse naturali, dobbiamo promuovere attorno ad esse imprenditorialità, lo possiamo fare quale Comune che conta in un’area più grande. Serve un progetto di area dove essere protagonisti e contare per attingere a fondi europei che sono dedicati ad aree non a comuni di piccole dimensioni. Ora è il lavoro la grande urgenza e l’industria non è più la sola ricetta, lo dimostra come abbiamo perso aziende da decine di posti di lavoro per sostituirle negli stessi volumi industriali con aziende da uno due posti di lavoro di persone locali.

Quali sono i capisaldi del Suo programma?

La priorità è la nuova scuola materna. Il progetto definito-esecutivo è realtà, vogliamo finanziare un’opera da quasi due milioni di euro, e la campagna elettorale farà conoscere la nostra determinazione. Il completamento del piano delle opere pubbliche finanziato, il secondo stralcio nel centro storico di San Pietro, il recupero delle due canoniche di Forni e Pedescala, l’accordo Ater/Comune per la trasformazione delle scuole e molti altri progetti, la videosorveglianza per la sicurezza dei cittadini e molte piccole cose come le lavagne multimediali in tutte le classi. L’Astico, il Gorgo, la Val d’Assa e le pareti di roccia da valorizzare, col volontariato, dentro il progetto di sviluppo di area che con Regione, Università di Venezia e Unione Montana promuoviamo.

Chi sono i candidati in lista?

La lista tiene insieme competenze, persone giovani e nuovi ingressi. Diana Piovesan e Sergio Marcadella, già imprenditori conosciutissimi, Patrizia Righele, figura sanitaria attenta all’arredo urbano, Diego Bonifaci e Ilenia Marangoni, preziosi consiglieri uscenti con prossime deleghe alle associazioni e alla scuola, Fabio Righele e Dario Moro, assessori consolidati sempre disponibili, Claudio Sartori, vicecomandante polizia locale di Bassano e autentico tuttofare, Massimo Toldo, presidente della dinamicissima associazione giovanile sportiva La Naeja e Roberta Serafini, vicesindaco uscente.

La Convenzione tra i 6 Comuni della Valle dell’Astico appena firmata (Lastebasse, Pedemonte, Valdastico, Laghi, Tonezza, Velo), lo sappiamo, avrebbe lo scopo di sopperire ai limiti di gestione nei piccoli comuni. Nella pratica cosa deve aspettarsi il cittadino? A livello di gestione dei costi dove sarà il miglioramento? Verranno diminuiti i dipendenti? Dislocati gli uffici?

Distribuiamo in questi giorni un riepilogo degli effetti della convenzione con Lastebasse e Pedemonte, che ha precorso la nuova convenzione a 6. Per Valdastico € 25.000 di spesa di personale in meno, e un importo analogo dipeso dalla contrazione di spese postali, telefoniche e amministrative. La Convenzione a 6 manterrà l’attuale dislocazione degli uffici con Lastebasse e Pedemonte ma accelererà le occasioni di risparmio che sono solo agli inizi. Nel frattempo aumentano i servizi. Manderemo la tassazione a domicilio, apriremo al pagamento online, avvisiamo i cittadini di ogni pratica in scadenza. Cose impossibili ciascuno da soli.

Veniamo ad un argomento scottante, la cava di Marogne, tema che anche il Suo avversario, Claudio Guglielmi, ha deciso di toccare. A detta di molti valligiani il Cavatore paga troppo poco al Comune il materiale estratto. Solo € 0,38/mc per tutta la durata della concessione. Inoltre la “vox populi” lamenta che non vengono fatte verifiche sui volumi estratti, e si vocifera di poco meno di un milione di euro di mancato guadagno per Valdastico. Cosa c’è di vero in queste affermazioni?

Due perizie geologiche, il visto della Corte dei Conti, il coinvolgimento di Regione e Provincia hanno determinato la certezza di entrate per il Comune di Valdastico. Controlli e verifiche sono previsti ed imposti. Tutto nella stessa misura a Valdastico e Pedemonte. Atti e fatti parlano chiaro. Non si governa né con le chiacchiere né con la speculazione. Di esse al massimo se ne risponde.

Dal 2004 ad oggi. Che cosa è cambiato?

Tutto. Dieci anni fa i Comuni vivevano di trasferimenti, oggi di ciò che tassano, anche per conto dello Stato. Ciò impone di chiederci sempre quanto facciamo costare la macchina pubblica. Consapevoli che dovremo anche tagliare. Mantenendo dei sogni, ma intrisi di concretezza.

Passiamo a  Toldo-uomo. Cosa pensa che fino ad ora, non abbiamo conosciuto di lei come persona? Pensa di non essere stato capito fino in fondo?

E’ stato difficile spiegare l’esercizio di altri ruoli, a partire dalla Conferenza dei sindaci. Hanno tolto molto al confronto, al vivere semplicemente la mia gente. La rappresentanza dei comuni, soprattutto di quelli di confine, ha fatto però anzitutto gli interessi di Valdastico. La vita ti fa scegliere il paese che ami. E puoi tornare ad essere tra le persone, a volte schivo, a volte solare. Inflessibile nell’anteporre l’interesse pubblico a qualsiasi interesse privato cercando di distinguerti proprio per questo. Soprattutto pensando che questo paese lo lasciamo ai più piccoli.

Toldo, quale sarà il primo atto come Sindaco?

Dimettermi da tutti i ruoli diversi da quello di Sindaco, chiamare il mio avversario e chiedergli di lavorare assieme per il bene di questa vallata.

Marta Boriero