Un noto allevamento di American pitbull terrier in provincia di Piacenza tagliava le orecchie ai propri cani prima di venderli. Le Guardie Zoofile Enpa di Piacenza hanno scoperto l’ennesimo caso di maltrattamento di animali per cosiddetti “fini estetici” e hanno denunciato un allevatore per maltrattamento ) e altre due persone per autocalunnia e favoreggiamento per aver cercato di sviare le indagini e proteggere l’allevatore.
Una pratica barbara ancora troppo diffusa
Frequenti anche nei concorsi si bellezza per cani
C’è poi una realtà che ancora necessita di essere messa in luce dove queste mutilazioni sono molto frequenti: nei concorsi di bellezza molti animali hanno orecchie e code tagliate o denti limati. In questi casi è molto difficile identificare il responsabile del reato perché spesso vengono mostrati certificati falsi. Cosa fare dunque? Chi dovrebbe controllare? Come spiega l’avvocato Enpa Claudia Ricci che porta avanti nei tribunali questa battaglia da anni spetterebbe all’amministrazione locale attraverso il sindaco in persona o la Asl. Infatti, le mostre canine o feline che ospitano questi animali mutilati dovrebbero avere come barriera di ingresso non solo il certificato medico veterinario, purtroppo semplice da falsificare, ma anche la cartella clinica completa dell’animale, decisamente più difficile da replicare. Ecco quindi che quando un comune autorizza una mostra canina o felina dovrebbe non solo fare dei controlli serrati a monte per permettere l’accesso ma anche accertamenti durante lo svolgimento delle manifestazione con Polizia locale e Asl.
“La conchectomia, ovvero l’amputazione parziale dei padiglioni auricolari, è una pratica illegale in tutto territorio italiano da anni – spiegano le Guardie Zoofile dell’Enpa di Piacenza – e configura il reato di maltrattamento punito dall’art. 544 ter c.p., che prevede fino a 18 mesi di reclusione e una multa fino a 30 mila euro. Abbiamo effettuato la denuncia e ora gli atti sono ora al vaglio della Procura della Repubblica”.