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Il lupo ha imparato a vivere senza bosco: è di casa anche in pianura

di Mattia Cecchin

Imparare bene cosa fa e come si comporta un lupo, per non gridare ‘al lupo al lupo’. Esempio: se lo si avvista, il consiglio è “restare in silenzio e osservare senza interferire e non tentare di avvicinarsi”. Sarà o sembrerà anche ovvio, ma quanto sia “fondamentale la conoscenza” di questo animale e di come agire quando lo si incrocia, lo si è ribadito oggi nell’incontro a Modena promosso dalla Polizia provinciale con il titolo “lupo in pianura, l’ultima frontiera”. Del resto, infatti, non è più impossibile ritrovarselo vicino a casa: come hanno spiegato Luigi Molinari, collaboratore del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano e Sonia Braghiroli, funzionaria dell’Ufficio caccia e pesca della Regione, il lupo nelle province emiliane, “ormai da tempo, ha ricolonizzato aree abbondantemente modificate dalla presenza umana come la pianura, una delle zone meno boscose d’Europa e con densità abitativa più alta. E’ un animale estremamente adattabile e, in questi contesti, ha imparato a sfruttare diversi tipi di risorse alimentari e a selezionare le poche aree di rifugio disponibili”. E dunque è utile “comprendere a fondo il comportamento del lupo per poter agire in modo efficace in caso di avvistamenti o segnalazioni nel territorio urbanizzato, con particolare attenzione alla sua presenza nelle zone limitrofe a quelle abitate dall’uomo, anche alla luce dei recenti casi in provincia di Modena”, si spiega dalla Provincia di Modena che, per l’incontro di oggi, ha chiamato a raccolta Carabinieri Forestali, operatori dell’Ufficio caccia e pesca della Regione Emilia-Romagna, del centro faunistico Pettirosso, veterinari dell’Ausl di Modena, dell’Istituto zooprofilattico di Modena, dell’Ente Parchi dell’Emilia centrale e esponenti della Polizia metropolitana di Bologna.

LUPI, LE PRECAUZIONI DA PRENDERE

Fondamentali per la comprensione del fenomeno sono i dati acquisiti dai collari satellitari applicati ai Lupi dal Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano. “Vogliamo essere sempre al passo con quello che la città e il territorio ci chiedono e seguire le riflessioni di un gruppo di esperti può creare le migliori condizioni per rendere un servizio sempre più puntuale che passa dalla consapevolezza che pur trattandosi di un animale ‘protetto’ il lupo non deve diventare ‘confidente’ con l’uomo. Quindi si deve conoscere e diffondere ogni strategia di allontanamento che possa rendere ciò una realtà concreta”, ha sottolineato la comandante della Polizia provinciale di Modena Patrizia Gambarini. Nel corso dell’incontro è stato sottolineato che i lupi, come gli altri animali selvatici, possono avvicinarsi agli insediamenti umani, a volte anche alla luce del giorno, specialmente durante il periodo invernale. In condizioni particolari (ad esempio se il lupo è a sfavore di vento) possono verificarsi incontri ravvicinati. Tra le precauzioni da evitare perchè i lupi sviluppino comportamenti confidenti c’è, per esempio, l’offerta volontaria o involontaria, di cibo all’animale. Per questo è fondamentale adottare una serie di comportamenti corretti, tra cui non lasciare fonti di cibo nei pressi delle abitazioni, tenere il cane in un ricovero notturno, in particolare se in calore, non tentare mai e per nessun motivo di avvicinare il lupo né di interferire con il suo comportamento e non dargli mai da mangiare.