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Avere figli? Per il 63% delle donne limita carriera e i guadagni

young mother reading from book to her son

In merito alla parità di genere, l’Italia si classifica al quattordicesimo posto tra i Paesi dell’Unione Europea, con un punteggio di 4,4 punti sotto la media. Le ceo sono diminuite di un punto percentuale, attestandosi al 3%. Notizie negative anche sul fronte della natalità: -1,3% di nascite nel 2021, rispetto all’anno precedente. Partendo da queste premesse, Freeda, leader in Italia tra le digital media company, ha interrogato la sua community, composta prevalentemente da donne tra i 25 e i 34 anni, sul tema della conciliazione tra maternità e lavoro, per indagare le criticità legate al genere. L’indagine ha riguardato anche Regno Unito, Spagna e America Latina: gli altri Paesi dove opera la piattaforma per sensibilizzare e informare su diversity e inclusione.

Lo studio nasce da un’idea di Silvia Sciorilli Borrelli, corrispondente a Milano per il Financial Times, che in un passaggio del suo libro “L’età del cambiamento. Come ridiventare un Paese per giovani” (Solferino) ha cercato di capire le ragioni per le quali l’Italia è uno dei Paesi dell’Ocse con il più basso tasso di natalità. Il campione coinvolto dall’indagine ritiene, al 77%, che la società contemporanea ponga le donne di fronte a una scelta tra carriera e famiglia. Inoltre, il 64% delle intervistate pensa che avere figli in età giovanile sia un limite per carriera e guadagno, il 63% che avere figli sia un ostacolo in generale per il proprio sviluppo professionale e il 59% ha paura di comunicare una gravidanza ai propri superiori. Si noti che al 42% delle intervistate durante un colloquio di lavoro, sono state chieste informazioni rispetto all’intenzione di avere dei figli.

“La politica del congedo parentale condiviso rappresenta una modalità efficace per superare lo stereotipo culturale che demanda alle donne la cura della famiglia e dei figli, a discapito dello sviluppo professionale- commenta Andrea Scotti Calderini, ceo e co-fondatore di Freeda- Ascoltando la nostra community, principalmente composta da giovani della Generazione Z e Millennial, si evince preoccupazione attorno al tema della maternità e alla possibilità che possa rappresentare per le donne un ‘gradino rotto’, ossia un momento di svantaggio competitivo rispetto ai colleghi. È necessario che imprese e politica lavorino insieme per promuovere un nuovo approccio a favore dell’inclusione e della parità di genere. A questo proposito, i nuovi media hanno una grande responsabilità per sensibilizzare e stimolare un cambio di passo”.

“Il sondaggio conferma quello che a livello aneddotico sappiamo tutti: in Italia fare figli e anche carriera non conviene, oppure, semplicemente, non è possibile”, ha dichiarato Silvia Sciorilli Borrelli, che ribadisce: “Occorrono riforme e misure a supporto delle famiglie, ma il cambiamento più urgente riguarda la percezione della genitorialità e deve essere prima di tutto culturale”.

Guardando al campione italiano, l’82% delle intervistate sostiene che il congedo parentale obbligatorio per il padre aiuti a conciliare le attività legate alla famiglia con il lavoro e contribuisca ad una ripartizione più equa delle responsabilità tra i genitori.

Alla domanda del sondaggio “Pensi di volere figli?”, il 69% delle intervistate ha risposto “Sì” (percentuale che arriva al 76% per l’Italia). Tra le motivazioni comunicate a sostegno del “No”, per il 49% delle rispondenti ci sono proprio le potenziali conseguenze negative sulla carriera. Tra le mamme, il 21% ha dovuto smettere di allattare a causa del lavoro, mentre il 53% ha continuato fino a quando non ha deciso liberamente di smettere.