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Il Papa ai fedeli: ‘ La ricchezza va condivisa, accumulare dà abbrutimento’

Una ricchezza da condividere, non da accumulare solo per sé”: è il punto-chiave del Messaggio di papa Francesco per la Quaresima 2020. “Anche oggi è importante richiamare gli uomini e le donne di buona volontà alla condivisione dei propri beni con i più bisognosi attraverso l’elemosina, come forma di partecipazione personale all’edificazione di un mondo più equo – afferma il Papa -. La condivisione nella carità rende l’uomo più umano; l’accumulare rischia di abbrutirlo, chiudendolo nel proprio egoismo”.

“Mettere il Mistero pasquale al centro della vita – rileva il Pontefice – significa sentire compassione per le piaghe di Cristo crocifisso presenti nelle tante vittime innocenti delle guerre, dei soprusi contro la vita, dal nascituro fino all’anziano, delle molteplici forme di violenza, dei disastri ambientali, dell’iniqua distribuzione dei beni della terra, del traffico di esseri umani in tutte le sue forme e della sete sfrenata di guadagno, che è una forma di idolatria”. Bergoglio indica quindi che “possiamo e dobbiamo spingerci anche oltre, considerando le dimensioni strutturali dell’economia”. Per questo motivo, spiega , “nella Quaresima del 2020, dal 26 al 28 marzo, ho convocato ad Assisi giovani economisti, imprenditori e ‘change-makers’, con l’obiettivo di contribuire a delineare un’economia più giusta e inclusiva di quella attuale”. “Come ha più volte ripetuto il magistero della Chiesa – osserva -, la politica è una forma eminente di carità (cfr Pio XI, Discorso alla Fuci, 18 dicembre 1927). Altrettanto lo sarà l’occuparsi dell’economia con questo stesso spirito evangelico, che è lo spirito delle Beatitudini”.

Nel Messaggio il Papa sottolinea anche che “la Pasqua di Gesù non è un avvenimento del passato: per la potenza dello Spirito Santo è sempre attuale e ci permette di guardare e toccare con fede la carne di Cristo in tanti sofferenti”. Chi crede, inoltre, nell’annuncio della morte e resurrezione di Gesù “respinge la menzogna secondo cui la nostra vita sarebbe originata da noi stessi, mentre in realtà essa nasce dall’amore di Dio Padre, dalla sua volontà di dare la vita in abbondanza (cfr Gv 10,10)”. “Se invece si presta ascolto alla voce suadente del ‘padre della menzogna’ (cfr Gv 8,45) – aggiunge – si rischia di sprofondare nel baratro del nonsenso, sperimentando l’inferno già qui sulla terra, come testimoniano purtroppo molti eventi drammatici dell’esperienza umana personale e collettiva”. Dopo aver evidenziato l'”urgenza della conversione” e l’importanza della preghiera nel tempo quaresimale, il Papa sottolinea che “malgrado la presenza, talvolta anche drammatica, del male nella nostra vita, come in quella della Chiesa e del mondo, questo spazio offerto al cambiamento di rotta esprime la tenace volontà di Dio di non interrompere il dialogo di salvezza con noi”. Puntando infine il dito contro l’atteggiamento attribuito negli Atti degli Apostoli agli abitanti di Atene, i quali “non avevano passatempo più gradito che parlare o ascoltare le ultime novità”, Francesco avverte che “questo tipo di chiacchiericcio, dettato da vuota e superficiale curiosità, caratterizza la mondanità di tutti i tempi, e ai nostri giorni può insinuarsi anche in un uso fuorviante dei mezzi di comunicazione”.