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Mancano insegnanti di sostegno: ‘tenete a casa i bimbi disabili’. Quando il silenzio del dolore fa da spalla alla vergogna

Come si fa ad arrivare all’inizio dell’anno scolastico e rendersi conto che mancando gli insegnanti di sostegno? Mamme e papà, estenuati da un’ estate in cui hanno dovuto gestire i loro figli speciali da soli, dovranno stringere i denti e subire la richiesta di non mandarli a scuola? Usare la parola vergogna è riduttivo dinanzi al disagio di genitori, che contano i giorni che li separano dall’inizio dell’anno scolastico proprio perchè non c’è solo il diritto allo studio di esseri umani che devono avere pari opportunità (rarissimi i casi), ma che hanno bisogno di sollievo per potere respirare. Gestire un figlio disabile, specie quando ha problemi mentali, è una sfida che logora anche i genitori più forti e che possono contare sull’aiuto di familiari e conoscenti che fanno rete attorno a loro. Sapere di poter contare su una scuola, dove saperli sicuri e possono apprendere al di là dei loro deficit è importante. Con nonchalance viene detto loro che devono tenerli a casa, perchè non c’è personale e quindi non possono essere accolti. Ci rendiamo conto del degrado che contiene questa richiesta, che se avessi tu che la fai, un ragazzo con certi problemi di disabilità, avresti quanto meno pudore ad avanzarla nei confronti degli sventurati genitori? Ma oltre ad indignarsi alla lettura della notizia sulla denuncia dell’assessore all’Istruzione del veneto Elena Donazzan non si va oltre ed il problema si ripresenterà ancora, con mamme e papà che ormai reagiscono sempre di più con il silenzio della stanchezza e della rassegnazione. Perchè è normale pretendere da loro che rinuncino ad andare a lavorare se hai un figlio disabile e devi accudirlo 24 ore su 24. E’ normale che questi genitori soffrano in silenzio dinanzi a diritti calpestati ogni santo giorno. E non è solo per quello che non va bene nelle scuole italiane, ma per quello che manca nella società per quei disabili sui quali si fa la più squallida propaganda. Negli ultimi discorsi del Premier Giuseppe Conte, i disabili vengono nominati fino allo sfinimento. Non c’è campagna elettorale, in cui non si parli di handicap e ragazzi indifesi ai quali bisogna pensare con urgenza. Nella scorsa legislatura giallo-verde avevamo avuto per la prima volta, un ministero con delega alla disabilità ed il mondo che soffre dei familiari dei bambini-ragazzi-adulti che vivono quello che è un vero e proprio dramma, avevano esultato pensando che finalmente qualcuno della politica avrebbe pensato a tutte quelle persone che soffrono e che gridano aiuto perchè non ce la fanno più. ‘Finalmente qualcuno ci darà attenzione – hanno pensato – finalmente ci aiuteranno’. Macchè!

I genitori che gestiscono un ragazzo disabile, con autismo ad esempio, hanno una vita che definire limitata è dire poco. Loro non possono andare a fare la spesa se non la mattina, quando sono a scuola. Un autistico è spesso incontenibile nei supermercati,  dove rumori e confusione li mandano in tilt. Le mamme degli autistici spesso non possono lavorare come tutte le altre mamme e non perchè non hanno professionalità per le quali hanno anche studiato e fatto gavetta. Loro, dinanzi alla carenza cronica di assistenza, non possono fare quello che alle persone ‘normali’ è concesso: non possono andare dal parrucchiere e quando ci vanno devono chiedere a chi applica la tinta sui capelli, di fare in fretta perchè non possono permettersi di pagare quel servizio, maggiorato di quello che occorre economicamente per lasciare in mani sicure il loro figlio speciale e sbrigare le faccende di una casa. Loro non vanno al cinema, non vanno a fare shopping e non possono intrattenersi per strada a chiacchierare con quel conoscente che incontrano per caso. Loro vanno di fretta perchè hanno l’ansia di tornare dai loro bambini problematici, con il cuore in gola, sperando che non abbiano avuto una crisi per qualcosa che è andato storto e li disturba.

Le mamme dei figli con disabilità non sanno cosa significhi fare una doccia più lunga della pulizia ordinaria. A loro non è concesso perchè quella maledetta ansia prende il sopravvento e dalla doccia devono uscire in fretta per vedere dove quel ragazzino sia mentre non è sotto stretto controllo. I genitori dei ragazzi disabili hanno bisogno di non essere lasciati soli perchè la pazienza che serve per accudire quelli problematici, magari iperattivi, è sempre al limite.

I genitori dei disabili vorrebbero che la scuola durasse anche oltre i 18 anni, perchè finita l’età scolastica, a loro tocca occuparsene tutti i giorni, con centri diurni inesistenti e quando ci sono, pieni. Ecco perchè la scuola è importante e non solo per il diritto allo studio delle persone speciali, ma anche per i genitori, per i quali, l’estate non è sempre sinonimo di ferie, ma di un periodo lungo in cui non sanno come gestirli in quei 3 mesi. Come si fa a chiedere loro di tenerli ancora a casa?Eppure, non c’è vergogna a chiederlo, a pretenderlo da chi non ha più forze e subisce ancora. Ancora.

Cari genitori di figli disabili uscite allo scoperto e raccontate la vostra vita difficile e complicata. Quella che questa società dà per scontato che tu debba vivere. Portateli a casa vostra e fate vedere cosa voglia dire nella quotidianità non potere contare sulla scuola, che almeno per mezza giornata vi dà sollievo e vi fa fare la spesa in tranquillità. Fino a quando voi rimarrete in silenzio e non li metterete davanti alla ‘vergogna’, continueranno a chiedervi quello che dovrebbe essere inaccettabile. Se rimarrete in silenzio, loro si sentiranno autorizzati a chiedervelo ancora. E ancora!

Natalia Bandiera