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Nasce la guida di montagna, “e ne cancella altre 7500”

Una nuova figura professionale che ne mette a rischio 7.500. È la “Guida escursionistica di montagna” prevista dal disegno di legge in materia di ordinamento delle professioni di montagna, attualmente all’esame del Parlamento. Ed è quella che “metterebbe ingiustificatamente a rischio le qualità professionali e l’accesso all’attività di oltre 7.500 Guide ambientali escursionistiche, che da ormai 30 anni operano su tutto il territorio nazionale“. L’allarme lo lanciano le quattro associazioni professionali maggiormente rappresentative delle Guide ambientali escursionistiche a livello nazionale (Aigae, Lagap, Assoguide, Agae) che, per discutere di questi temi, si riuniranno a Roma il 28 febbraio per definire “una contro-proposta costruttiva” per la riforma in atto. Quella che risulta indigesta, attribuendo il profilo professionale delle Guide escursionistiche ambientali, cosiddette Gae, alla Guida escursionistica di montagna” realizza “la costituzione di un ordine professionale” per le Gae, “in contrasto con le direttive europee sulla libera concorrenza e l’accesso al mercato, già recepite in Italia”.

L’Antitrust, aggiungono le quattro associazioni in una nota congiunta, “ha già da tempo chiarito che la previsione dell’obbligo di iscrizione in un Collegio professionale per l’esercizio della professione di Guida alpina (quindi a maggior ragione per le Guide escursionistiche) è una misura eccessiva ed anticoncorrenziale“. La preoccupazione, spiega Luca Berchicci, presidente di Assoguide, “è che venga attuata una inopportuna frammentazione della professione e che, dopo tanti anni di formazione continua e di esperienza nell’accompagnamento degli escursionisti, le guide debbano ripartire da zero per poter accedere ad una abilitazione e ad un Collegio professionale che ha poca attinenza con il loro lavoro”.

Le Guide escursionistiche ambientali già oggi “accompagnano in sicurezza milioni di persone in ogni tipo di ambiente: mare, pianura, collina, montagna, vulcani…, senza alcuna limitazione territoriale, geografica od altimetrica e presidiano professionalmente i territori in cui lavorano contribuendo in modo determinante a frenare lo spopolamento della montagna e dei luoghi minori”. Questa professione ha un profilo consolidato ed è oggi inserita tra le professioni “non organizzate in ordini e collegi”. Il cambiamento normativo, rischierebbe di cancellare tutto questo ‘curriculum’.

Inoltre, “Le nostre guide lavorano in ogni tipo di ambiente, dunque hanno un campo d’azione molto più vasto di quello della sola ‘montagna’, ed offrono esperienze di turismo escursionistico lento che sono molto lontane da quelle tecnico-sportivo che caratterizzano l’alpinismo e gli attuali accompagnatori di media montagna. Il disegno di legge quindi rischia di compromettere la libertà di esercizio della professione di Gae, garantita dai principi europei a tutela della concorrenza e di danneggiare la vita professionale di migliaia di professionisti dell’escursionismo culturale. Chiediamo da tempo una legge che regolamenti la professione ma non è questa la strada giusta”, afferma Berchicchi.

Mattia Cecchini