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La Pianura Padana nella morsa dello smog: serve pazienza e fiducia

Per liberare la pianura padana dalla morsa dello smog servono (anche) pazienza e fiducia. Perché l’insieme di misure a tutela della qualità dell’aria avranno effetto. Quanto messo in campo “ci si attende che produrrà i suoi maggiori effetti nel prossimo periodo, quando le misure finanziate saranno pienamente attuate e gli interventi nazionali diventeranno esaurientemente operativi”. Serve tempo, dunque, e la fiducia che le decisioni prese funzioneranno. Lo ha detto la sottosegretaria del ministero della Transizione ecologica, Vannia Gava, rispondendo in commissione alla Camera sulle misure antismog per la pianura padana alla leghista Eva Lorenzoni. Solo pochi giorni prima l’Emilia-Romagna aveva tirato le orecchie al Governo perché sullo smog, dopo le sanzioni da parte della Ue, “è ancora inadempiente”. A dirlo era stata l’assessore regionale all’Ambiente, Irene Priolo, affermando anche: “Siamo già stati condannati dalla Ue, quando poi dovremo pagare le penali, noi abbiamo già chiamato in causa il Governo perché non sta facendo quello che deve fare. La Regione ha adottato un atto, e adesso sono un po’ spaventati, perché il Governo deve adempiere ai propri impegni”. E ancora: “Non possono essere solo le Regioni, noi facciamo la nostra parte, ma non è sufficiente”. Secondo Priolo “il tema è drammatico”, anche perché “la governance della qualità dell’aria non è tutta a livello regionale”.

La Lega alla Camera aveva incalzato il Governo soprattutto sulla Lombardia. E così Gava, “in merito alla permanenza di una situazione di estrema criticità sulla qualità dell’aria nelle Regioni del Bacino padano”, ha evidenziato l’input dato dal ministero (dell’Ambiente prima e della Transizione ecologica ora) a “due appositi programmi di finanziamento destinati a tali regioni“. È da qui che arriveranno gli effetti attesi.

Contro lo smog in pianura padana sono stati messi 180 milioni di euro per migliorare i servizi di trasporto pubblico locale in Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto, e per finanziare il controllo automatico delle restrizioni alla circolazione (alla Lombardia ad esempio sono andati oltre 60 milioni di euro per l’acquisto di nuovi bus elettrici o a metano). E nel 2020 è stato istituito un fondo nazionale per l’attuazione di misure per il miglioramento della qualità dell’aria nel bacino padano con circa un miliardo di euro fino al 2034 e “previsione di ulteriori stanziamenti”. Risorse per trasporti e mobilità sostenibile, combustione domestica della biomassa, efficienza energetica; sarà coinvolto anche il settore agricolo. Alla Lombardia sono stati assegnati fino al 2034 circa 350 milioni di euro. E la Regione ha presentato, vedendoseli approvare, quattro progetti da 73 milioni per la sostituzione dei veicoli privati, delle stufe domestiche a biomassa e la riduzione delle emissioni di ammoniaca dal settore agricolo.

È del giugno 2019, invece, il protocollo d’intesa con la presidenza del Consiglio e altri cinque ministeri che delinea 17 misure in più ambiti di intervento: combustione delle biomasse, trasporti, agricoltura e industria. “Sono inoltre previste specifiche azioni volte alla rimozione dei sussidi ambientalmente dannosi ed al rafforzamento dell’informazione ai cittadini sul tema della qualità dell’aria“, elenca Gava aggiungendo che questo “articolato quadro di interventi nazionali, sia finanziari che tecnici, costituisce un importante strumento a supporto delle politiche regionali per il miglioramento della qualità dell’aria, in particolare per la regione Lombardia”. E dunque “ci si attende che produrrà i suoi maggiori effetti nel prossimo periodo”.