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Confcommercio e l’allarme: ” Possibile recessione di fine anno”

l 2022, nonostante l’inaspettata crescita al 3,9%, chiuderà in frenata. Sullo scorcio di fine anno, alcuni dati e indicatori hanno infatti virato in negativo. I segnali, poi, sono preoccupanti soprattutto in prospettiva. E in questo quadro, Confcommercio non esclude che, a cavallo tra quest’anno e il prossimo, ci possa essere una recessione tecnica. Moderata, certo. Ma pur sempre due trimestri consecutivi, è questa la definizione adottata dagli economisti, di contrazione del Pil.

A incidere sono l’inflazione e i timori di un progressivo deterioramento della domanda (consumi ed esportazioni) e, quindi, delle prospettive di crescita del Paese. A dicembre l’inflazione dovrebbe segnare un +0,6% in termini congiunturali e un +12% su base annua mentre il Pil dovrebbe ridursi dello 0,7% con un +0,2% rispetto al dicembre 2021. Nel complesso per l’ultimo trimestre si stima un calo dello 0,7% sul periodo precedente e un incremento dell’1% sull’ultimo trimestre del 2021 mentre la crescita nel 2022 si dovrebbe attestare al 3,7-3,8%. È tutta racchiusa in questi numeri l’ultima stima congiunturale dell’anno realizzata da Confcommercio.

A essere particolarmente in sofferenza sono i consumi, con l’indicatore elaborato dall’associazione dei commercianti (ICC), che segnala un rallentamento (-0,7% su base annua) per effetto di una flessione della domanda per i beni (-1,7%) e di una crescita per i servizi (+2,3%) alimentata dal turismo. Calano i volumi acquistati dalle famiglie e tra le diverse categorie soffrono in modo particolare i generi alimentari (-3,7% su base annua), mobili (-5,7%) ed elettrodomestici (-8%) mentre per l’automotive (-24%) e l’abbigliamento (-6,9%) la situazione si conferma difficile.

Da inizio anno l’Icc è inferiore di 4,6 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2019. Per quanto riguarda l’inflazione viene segnalata la crescita di quella di fondo, ovvero calcolata al netto di energia e alimentari. “Le turbolenze e incertezze che ancora caratterizzano molti mercati delle materie prime rendono difficile ipotizzare un rientro delle dinamiche prima della tarda primavera del 2023, con conseguenze negative sulle prospettive di crescita per l’anno che sta per iniziare”, segnala Confcommercio.

Secondo le previsioni dell’associazione, a dicembre il carrello della spesa dovrebbe rincarare, sullo stesso mese dell’anno scorso, del 13,3%, mentre il complesso di voci per la casa, tra le quali abitazione, elettricità e combustibili, dovrebbe toccare il +59,2%. Ma con l’anno nuovo verranno aggiornati i listini e per i supermercati si paventano di aumenti in doppia cifra, con punte fino al 20-25%, per i prodotti confezionati di largo consumo. Ci sono pure segnali positivi, ma questi vengono quasi solo dal mercato del lavoro, che risente in modo differito dell’andamento dell’economia.

A ottobre il numero di occupati è cresciuto dello 0,4%. A novembre è risultata in leggera ripresa anche la fiducia dei dettaglianti che sperano in un recupero delle vendite in vista delle feste. Infine, la produzione industriale ha registrato a ottobre una riduzione dell’1% su settembre e dell’1,3% su base annua. Secondo le indicazioni degli imprenditori, il trend non dovrebbe modificarsi nel breve periodo.