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Happy Eat. Mangiare bene con un semplice click

Mangiare bene e mangiare comodo, in due parole ‘Happy Eat’. Uno smartphone, un paio di click, e il piatto è pronto a casa o al ristorante.

‘Happy Eat’ è la versione moderna delle pizze a domicilio e del take-away e non serve telefonare o mettersi in coda per ordinare le pietanze. Lo smartphone o il pc fanno tutto da soli e in tempo record il pranzo è servito.

L’idea è di Kemical, un’azienda giovane e frizzante nata nel 2013 per volontà di due amici che si sono ritrovati dopo 20 anni e, chiacchierando, hanno scoperto di avere un pallino in comune: rendere accessibile e veloce la buona cucina.

Kemical è Nicola Maragnin e Alberto Angiolin, professionisti e figure complementari che in azienda sono yin e yang. Nicola Maragnin, 40 anni, ha lavorato per anni nei servizi alle imprese, mentre Alberto Angiolin, 38 anni, arriva dal web, con una formazione che spazia dalla grafica, all’editoria alla creatività. Il braccio e la mente insomma, ma soprattutto, tanta buona volontà.

Che cos’è Happy Eat?

Happy Eat è un servizio di ordinazione di pasti che possono essere consegnati a domicilio e serviti direttamente al ristorante. Serve per velocizzare le procedure e rendere più ‘comodi’ il pranzo o la cena.

Come funziona?

Dopo essere entrati nel sito con computer o smartphone, ci si localizza, si vedono i ristoranti della zona  e si entra in quello che si sceglie. Si scorre il menu e si completa l’ordinazione, che non ha variazioni di prezzo rispetto ai listini tradizionali. Si inserisce l’indirizzo di consegna e si clicca ‘ok’. Il ristorante, che possiede un dispositivo apposito, riceve uno scontrino con l’ordinazione e procede con l’ordine che poi potrà consegnare a domicilio o far trovare pronto come take-away. Il cliente paga in contanti nel momento in cui ritira il pasto.

Come si è sviluppata l’idea?

Volevamo proporre un servizio e ognuno di noi da tempo coltivava il pensiero di facilitare la consegna dei pasti. Happy Eat è nata come nasce un bambino. L’idea era l’embrione, poi gli abbiamo dato il nome, abbiamo disegnato il logo, in un anno e mezzo abbiamo sviluppato il sistema operativo partendo dalle app per Ios e Android e ora siamo in pieno business plan. Abbiamo iniziato a luglio del 2014 con cinque locali che hanno creduto in noi quando abbiamo venduto l’idea. Poi sono diventati venti in provincia e gli utenti-clienti hanno cominciato a registrarsi arrivando in poco tempo a superare i 300. Sono stati raccolti oltre mille ordini e la crescita è costante.

E’ stato facile cominciare?

No, per diversi motivi. Ci siamo finanziati per intero perché non esistono ‘premi’ per le start-up. In Italia è difficile sostenere le idee creative, per fare qualcosa bisogna avere soldi. Poi, quando siamo andati a proporre l’idea, non è stato facile far comprendere ai ristoratori che ogni cliente nuovo sarebbe stato un nuovo cliente a tutti gli effetti, perché l’utenza finale è diversa dalla persona che esce per andare a mangiare fuori. Da dicembre del 2014 abbiamo rilasciato le versioni ufficiali delle app ed è partita la campagna pubblicitaria.

Perché vi siete ‘buttati’ in questo progetto?

Intorno ai 40 anni sai che se vuoi cambiare lavoro devi farlo in quel momento, altrimenti non lo farai mai più. Entrambi stavamo vivendo questo processo di evoluzione interiore. Ci siamo trovati, ognuno per conto suo, davanti a un muro fatto di paura e responsabilità. Ma alla fine la voglia di sfida e l’entusiasmo hanno avuto il sopravvento. Abbiamo deciso di fare insieme un salto nel vuoto e di catapultarci dentro un progetto nuovo che non aveva nessun dato storico a darci conforto. Ma a distanza di tempo siamo contenti di averlo fatto. Lavoriamo con etica professionale e siamo persone affidabili. Non ci piace sgomitare, ci piace darci da fare.

Il prossimo passo qual è?

Vogliamo continuare a dare un servizio al territorio e sviluppare una rete commerciale per ingrandire il gruppo di collaborazione e creare opportunità di lavoro. Sviluppare la rete nelle grandi città sarebbe più facile per fare business, bisogna lavorare per step. Questo è il presente, ma la tecnologia evolve rapidamente. Stiamo finalizzando implementazioni dei servizi e le idee nascono continuamente. Continuiamo a reinvestire sul progetto, perché vogliamo che sia impeccabile sia dal punto di vista operativo che grafico. Quello che offriamo deve rispondere alle aspettative del cliente. In Italia in concetto del take-away si sta ampliando perché sono cambiati usi e costumi. Noi seguiamo e anticipiamo il mercato di questo settore.

Insomma, se stasera si vuole la pizza online cosa bisogna fare?

E’ sufficiente inserire il proprio indirizzo nel sito di HappyEat o geolocalizzarsi con l’app ‘happyeat’ disponibile su Google Play od AppStore, basta fare click qui: goo.gl/BR7i8w. Buon appetito!