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‘Ecco perchè il Coronavirus non può essere stato creato in laboratorio dai cinesi’

In relazione ad un possibile collegamento tra l’infezione da Covid-19 e il cosiddetto ‘super virus’ creato in laboratorio dai cinesi, si segnala che diversi studi scientifici internazionali hanno effettuato un’analisi filogenetica del Sars-CoV-2. Sono oggi disponibili migliaia di genomi completi di Sars-CoV-2, ed essi aumentano di giorno in giorno, consentendo di seguire l’evoluzione del virus e le sue caratteristiche di patogenesi. La comunità scientifica internazionale  esclude che il virus in questione sia stato generato in laboratorio mentre proseguono a livello internazionale gli studi per comprendere il passaggio del virus dal mondo animale all’uomo”.

Così la sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa, rispondendo l’altro giorno, in Commissione Affari Sociali alla Camera all’interrogazione sul tema presentata da Walter Rizzetto (FdI).

Di seguito la risposta integrale della sottosegretaria Zampa:
“Si risponde all’interrogazione parlamentare in esame, a seguito di delega della Presidenza del Consiglio dei Ministri. I primi casi della patologia in questione sono stati segnalati all’Organizzazione Mondiale della Sanità dalla Cina il 31 dicembre 2019.

Da allora è stato identificato l’agente eziologico, un nuovo Coronavirus denominato SARS-CoV-2, e le relative modalità di trasmissione.
In relazione a quanto richiesto circa il possibile collegamento tra l’infezione da COVID-19 e il cosiddetto «super virus» creato in laboratorio dai cinesi, si segnala che diversi studi scientifici internazionali (tra cui in particolare ricordo: « Genomic characterisation and epidemiology of 2019 novel coronavirus: implications for virus origins and receptor binding», apparso in «The Lancet» (2020)), hanno effettuato un’analisi filogenetica del SARS-CoV-2.

Dallo studio è emerso che i SARS-CoV-2 hanno avuto origine da una stessa fonte in un lasso di tempo molto breve.
A tale conclusione lo studio è giunto sulla scorta delle seguenti considerazioni:
Come è tipico per i virus a RNA (acido ribonucleico), il tasso di evoluzione dei Coronavirus è intorno al «10 sostituzioni nucleotidiche» per sito per anno, con mutazioni che compaiono durante ogni ciclo di replicazione.
È stato rilevato che le sequenze di SARS-CoV-2 da pazienti differenti sono pressoché identiche, con una sovrapposizione superiore al 99,9 per cento.

Si ipotizza che i primi casi umani in Cina siano derivati da una fonte animale e che non si tratti di un virus costruito in laboratorio.
Tuttavia la fonte animale del nuovo Coronavirus non è stata ancora identificata.
Il serbatoio (reservoir) probabilmente è rappresentato dai pipistrelli, ma non si conosce al momento attuale l’ospite intermedio che ha trasmesso il virus dal pipistrello all’uomo.
Lo studio pubblicato sulla rivista scientifica «Lancet» riporta in effetti che nel mese di dicembre i pipistrelli sono in letargo e non sono in vendita nei mercati; inoltre, la presenza di zone di genoma differenti suggeriscono la presenza di un altro ospite intermedio, e non un passaggio diretto all’uomo.

In altri casi di Coronavirus, i pipistrelli risultano essere il reservoir naturale con un altro animale, il quale agisce da ospite intermedio.
Allo stato attuale, come si è detto, il cosiddetto ospite intermedio che ha veicolato il nuovo Coronavirus Sars Cov 2 è sconosciuto.
L’Istituto Superiore di Sanità ha precisato che il genoma del virus SARS-CoV-2 è stato analizzato a livello internazionale: gli studi effettuati sono giunti alla conclusione, in modo inequivocabile, che il nuovo Coronavirus ha avuto un’origine naturale, in particolare nella fauna selvatica, e le attuali evidenze scientifiche dimostrano che il SARS-CoV-2 non è un virus manipolato di proposito in laboratorio.

L’Istituto segnala che il virus citato nel servizio televisivo riportato nell’atto ispettivo in esame, è senza dubbio diverso dal SARS-CoV-2, in quanto presenta oltre 6.000 differenze nei nucleotidi dell’intero genoma, e che la redazione del Tgr Rai Leonardo ha precisato, rispetto al servizio mandato in onda nel 2015, che si tratta di due virus totalmente diversi.
Per completezza, desidero ricordare che, dall’inizio dell’epidemia COVID-19 e dall’identificazione del virus pandemico, i laboratori di tutto il mondo stanno generando dati sulla sequenza del genoma virale con una velocità senza precedenti, consentendo progressi in tempo reale nella comprensione della nuova patologia e nella ricerca e sviluppo di adeguate contromisure mediche.

Le piattaforme scientifiche – ad esempio GISAID – garantiscono la condivisione dei dati in tempo reale.
In effetti, sono oggi disponibili migliaia di genomi completi di SARS-CoV-2, ed essi aumentano di giorno in giorno, consentendo di seguire l’evoluzione del virus e le sue caratteristiche di patogenesi.
La comunità scientifica internazionale, dunque, esclude che il virus in questione sia stato generato in laboratorio mentre proseguono a livello internazionale gli studi per comprendere il passaggio del virus dal mondo animale all’uomo”.