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Schio. 1.600 positivi al Covid nella Ulss 7. Orsi: L’allarme non è passato’

“Sono circa 600 i casi di positività da covid-19 registrati in tutto nel Distretto Alto Vicentino della Ulss 7 Pedemontana, 1.600 in tutto il territorio dell’azienda sanitaria e anche se oggi il contagio è in diminuzione, non bisogna abbassare la guardia, l’allarme non è passato”.

Lo ha spiegato il sindaco di Schio Valter Orsi durante l’ultima seduta di consiglio comunale quando, discutendo sul bilancio della Ulss 7 e sulle fughe dall’ospedale Alto Vicentino durante la sua conversione in covid-hub, ha evidenziato l’esigenza di mantenere alta l’attenzione sulle possibilità di contagio da coronavirus perchè, nonostante la fine del lockdown, le riaperture di quasi tutte le attività e la fine dell’obbligo di guanti e mascherine in pubblico, i contagi ci sono ancora ed i rischi, per quanto appaiano meno insidiosi, possono essere dietro l’angolo.

Le attenzioni in effetti sono diminuite ed è sotto gli occhi di tutti. Basta osservarsi per la strada, nei parchi, alle giostre, in quei luoghi insomma nei quali la vita è ripresa spensierata.

Proprio per affrontare un eventuale ondata di ritorno del covid-19, una parte dell’ospedale Alto Vicentino è rimasta attrezzata, in modo da attivarla velocemente nel caso riesplodesse l’emergenza. Ma parlando di ospedale, in consiglio non è mancato il dibattito tra chi vuole puntare il faro sul bicchiere mezzo pieno e chi invece su quello mezzo vuoto. A denunciare le mancanze è ancora una volta Carlo Cunegato, leader di Coalizione Civica, che oltre a denunciare il protrarsi della chiusura del centro di salute mentale, nonostante la Regione lo avesse confermato in fase di riapertura già a fine 2019, ha fatto notare la cronica mancanza di medici e professionisti.

” La mancanza di medici è un problema nazionale – ha sottolineato Orsi – Da parte nostra, pur riconoscendo alcune carenze, dobbiamo fare fronte comune per rendere attrattivo il nostro ospedale, in modo che i medici siano invogliati a venirci. Lancio una provocazione – ha concluso – Come amministrazione, tutti insieme, offriamo aiuto ai medici che potrebbero scegliere di venire a lavorare qui. Aiutiamoli a trovare casa, facciamo loro capire che qui si vive bene”.

A.B.