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Adrian non piace al web, ma Celentano rimane un genio

Non credo si possa parlare pienamente di transmedia storytelling (narrazione transmediale), ma Celentano c’ha provato.
Che il lungometraggio non sia piaciuto è chiaro e non per  gli indiscussi disegni di Milo Manara, ma per quanto dichiarato da fonti sicuramente più esperte di me, che scena dopo scena ho rischiato di crollare e inseguivo i dialoghi e gli osceni passaggi come il bradipo di Zootropolis.

 

Se il massimo del pensiero che avete elaborato equivale al binomio scene hard/culo di Gilda, vi consiglio di rivederlo su Mediaset play.

Celentano ha lanciato il filo rosso della trama partendo da un teatro e il suo pubblico, ci ha messo dentro l’atteso se stesso e poi ha aperto le porte al cinema, dentro il teatro stesso. E dentro il cinema il cartone animato Adrian, un giovane orologiaio che aggiusta ingranaggi e regala bellezza, in un mondo crudele e corrotto. Poi ha messo teatro e cinema dentro la televisione e dentro a teatro, cinema e televisione, un cartone animato.

Ok l’esperimento forse è troppo ambizioso, come sicuramente è ambizioso pretendere un gradimento alla Rock Economy. D’altronde un prodotto così strutturato l’italiano medio in prima serata non lo tollera. Vuole dinamismo, “il vecchio di 90 anni a cui fare l’applauso” , come ha detto in queste ore Natalino Balasso.

Però una cosa il Molleggiato l’ha fatta: ha partorito un prodotto nuovo – migliorabile sicuramente – ma con tutte le carte in regola per instillare nello spettatore, sempre più esperienziale, un seme diverso.

Seguire il filo rosso richiede uno sforzo, ma è uno sforzo che potrebbe valerne la pena.

Il genio di Celentano sta nel fatto che, nel bene e nel male, questo show farà molto parlare. Non è da tutti e comunque, è stato un boom di ascolti.

Cosa è la narrazione transmediale

È una forma narrativa che si muove all’interno di diversi media e sviluppa una trama con nuove e distinte informazioni per ampliare l’esperienza di un utente/fruitore. Banalmente Harry Potter è un prodotto transmediale potentissimo, perché è stato plasmato su più media creando non solo un personaggio e il suo mondo, ma più personaggi e più storie dentro quel mondo.

Adriano Celentano, cantante e attore, diventa presentatore e regista, poi passa in un cartone animato e diventa Adrian, un orologiaio. E lo spettacolo si sposta da prodotto televisivo a transmediale e consente allo spettatore di seguire un filo rosso che congiunge tutti i pezzi della narrazione. Una disciplina nuova in Italia, ancora poco conosciuta, ma di cui Adrian propone un assaggio, lasciando lo spettatore perplesso, curioso e attento.

 

Emanuela Raimondi