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Nacque a Malo e morì a Thiene, Meneghello era il talento che incarnava l’anima veneta

“Fin dal suo primo libro, ‘Libera nos a malo’, ha dimostrato che la sua letteratura trovava le radici nel profondo amore per la nostra terra, offrendo già nel titolo, che giocava sul nome del paese natale nel Vicentino, quel gusto per l’ironia tipico della nostra gente ma arricchito dalle conoscenze maturate nel prestigioso incarico universitario che lo vedeva protagonista all’estero, in Inghilterra. È stato un vero alfiere della cultura veneta che ha saputo fondere e far risaltare in un grande respiro internazionale. Gli dobbiamo molto”.

Così il Presidente della Regione del Veneto ricorda Luigi Meneghello, narratore e linguista veneto, nato cento anni fa, il 16 febbraio 1922, a Malo in provincia di Vicenza, morto a Thiene nel 2007 dopo essere vissuto tra l’Italia e l’Inghilterra dove era stato direttore del Dipartimento di Studi Italiani all’Università di Reading.

“La sua indubbia formazione internazionale – prosegue il Governatore – non ha soffocato l’influsso dell’origine vicentine. Anzi si è arricchita di quel bagaglio da cui ha attinto per trasformarlo tra le righe delle sue opere in eleganti citazioni in lingua veneta. Citazioni in cui la vita di tutti i giorni entra nella prosa con i nomi dialettali di oggetti, strumenti di uso comune, espressioni popolari tipiche. Citazioni che ha sempre ha saputo usare con sobrietà, abbattendo ogni retorica anche nelle opere in cui emergevano i ricordi degli anni in cui è stato protagonista della Guerra di Liberazione sulle nostre montagne e nelle nostre città”.

“Meneghello – conclude Zaia – va ricordato come uno dei maggiori talenti in grado di esprimere l’anima veneta, non intesa come forma artistica nostalgica di tradizioni di un tempo andato ma come espressione culturale da sempre cosmopolita, capace di non perdere mai la sua grande attualità confrontandosi e interagendo con ogni altra e restando ancorata alle sue radici”.