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Valli. Dall’Ossario del Pasubio il monito di Variati: “Servono leggi adeguate e più Europa”

La ‘nuova veste’ del Sacello Ossario del Monte Pasubio è stata inaugurata oggi in occasione del tradizionale appuntamento per il ricordo dei Caduti nella Prima Guerra Mondiale. Un appuntamento annuale che oggi, alla luce delle ‘guerre moderne’ e degli atti terroristici che sconvolgono il pianeta, induce più che mai ad una profonda riflessione sul valore della pace. La cerimonia sul Pasubio ricorda gli oltre 5mila giovani soldati italiani e austriaci che riposano all’interno del famoso monumento e in questa occasione, oltre alle numerose autorità locali, ha richiamato la partecipazione di una delegazione dell’esercito ungherese e di Roberto Franci, Generale di Divisione.

La celebrazione:

L’Ossario è stato praticamente ‘re-inaugurato’, visto che i lavori di restauro si sono conclusi da poco e la ricorrenza del Centenario cade proprio nell’anno in corso.

Gli affreschi di Tito Chini sono tornati a risplendere e il ‘nuovo’ Sacello sul Colle Bellavista ha fatto da sfondo ad una celebrazione solenne, commovente e a tratti polemica. Dopo la sfilata delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, della Provincia e dei Comuni del territorio e della Provincia di Trento, a turno hanno preso la parola le istituzioni, che tra silenzi e applausi hanno ricordato gli eventi raccontando la storia e spiegando che le guerre ‘moderne’ sono il segno che l’umanità non ha imparato la lezione. Il Generale Domenico Inecco, Presidente della Fondazione 3 Novembre, che dopo aver ringraziato “il prezioso lavoro delle forze dell’ordine”, ha sottolineato come il culto dei defunti sia necessario per esorcizzare la paura della morte e onorare la memoria di chi si immola per un valore comune.

Il discorso di Achille Variati, Presidente della Provincia di Vicenza:

Il momento più sentito della mattinata è coinciso con l’intervento di Variati, che in quanto designato all’organizzazione quest’anno aveva il compito di pronunciare l’orazione ufficiale. “Innanzitutto esprimo una nota di dispiacere per l’assenza di qualsiasi figura legata al Governo – ha esordito – che data la solennità e la caratura di questo appuntamento sarebbe stata doverosa”.

Variati ha continuato con un apprezzamento per i Comuni, definiti “le nostre piccole patrie” conquistando poi un caloroso applauso quando ha ricordato la necessità di riportare in Italia i Marò tenuti prigionieri in India. E a proposito degli avvenimenti recenti nel mondo e delle emergenze sociali in cui versa il paese, ha detto: “Oggi il terrorismo viola i principi di libertà e democrazia. Molti popoli sfuggono a guerra e fame e arrivano impauriti, così come avevano paura i nostri soldati, che morendo per la patria hanno dimostrato un coraggio eroico. Sono i doveri individuali che creano la democrazia, una democrazia che ieri è stata guadagnata con il sangue”. Variati ha poi ricordato i numerosi profughi che arrivano dal mare cercando scampo e futuro in Europa e con l’occasione ha lanciato un attacco al Governo che nessuno dei presenti si sarebbe aspettato. “Dobbiamo fare qualcosa per questi disperati che ci chiedono aiuto – ha detto variati – Non possiamo essere egoisti. Ma abbiamo bisogno di uno stato che dimostri capacità di gestione e di organizzazione, che in questo momento mancano completamente. Le leggi attuali di cui disponiamo non sono adeguate al contesto. Qui si deve lavorare e rispettare le regole della democrazia. Servono leggi che allontanino i delinquenti – ha continuato – per metterle in atto serve dialogo con le istituzioni. L’umanità di oggi deve porre fine alla guerra altrimenti sarà la guerra stessa a porre fine all’umanità. Ci sono troppi conflitti locali che degenerano in genocidi e vengono vissuti nell’indifferenza più totale. Il nostro paese non basta a sé stesso – ha concluso – Per affrontare le necessità di oggi serve un’Europa migliore, l’Italia non è sufficiente”.

I grandi assenti:

Non sono passate inosservate alcune grandi assenze alla celebrazione al Sacello Ossario del Pasubio. Perché, se da un lato è stata fatta notare pubblicamente la mancanza del Governo, che non ha inviato nemmeno un onorevole, un addetto stampa o un portaborse, dall’altro lato ci sono state altre assenze importanti. E’ forse comprensibile la non-presenza del Governatore Luca Zaia, affaccendato nelle prossime nomine della sua giunta. Elena Donazzan è salita sul palco delle autorità e probabilmente era proprio lei il delegato ufficiale della Regione. Tra i sindaci del territorio si è notata l’assenza di Giovanni Battista Casarotto, Sindaco di Thiene, che al suo posto ha mandato il consigliere comunale Giampietro Marsetti. Una presenza di tutto rispetto, ma vista la solennità dell’occasione e il ruolo che Thiene ricopre nell’Alto Vicentino come comune capofila a fianco di Schio, ci si sarebbe aspettati almeno il vicesindaco o un assessore.

Nota stonata:

Le cerimonie ufficiali sono la prova del nove per chiunque ricopra un ruolo di primo piano. In una parata solenne e nel silenzio animato solo dal suono di una tromba, si sono notate le mani in tasca di uno dei Sindaci a seguito del suo gonfalone e il ‘selfie’ all’Ossario di un alto esponente di un’amministrazione locale.

Anna Bianchini

Federico Pozzer