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Zanè. Niente maiale nel menù della scuola: scoppia la polemica

Dopo la copertina del diario con il disegno di una donna che indossa il velo, L’Istituto Comprensorio di Zanè torna al centro della polemica per “eccessivo adattamento alla cultura musulmana”.

E questa volta ad essere ‘incriminato’ è il menù per i bambini della scuola elementare, dove viene espressamente segnalato che il ragù di carne non contiene maiale.

Le lamentele arrivano da alcuni genitori, che non appena hanno letto il foglietto dove viene riportato quanto proposto dal Servizio Igiene Alimentare dell’Ulss 4, si sono focalizzati sulla scritta ‘Pasta al ragù di carne bianca (no maiale)’.

Apriti cielo e sono fioccate le polemiche. Perché quello che dovrebbe essere un momento di socializzazione e apprendimento secondo alcune mamme e papà, rischia a loro avviso di diventare una ulteriore forma di eccessiva tolleranza delle abitudini (in questo caso alimentari) dei ragazzini di religione musulmana che, per tradizione, non si alimentano con il maiale.

Sono tre i genitori che hanno voluto segnalare l’episodio e chiedono espressamente di rimanere anonimi per tutelare i loro bambini da eventuali ripercussioni da parte di altri genitori, da docenti  dalla direzione scolastica.

“Già ci fanno togliere i crocifissi dalle aule – ha commentato una mamma – ci mancava pure che ora i nostri figli non possano mangiare carne di maiale”. E poco importa se altri invece difendono a spada tratta il menù, attribuendone la responsabilità all’azienda sanitaria locale e lamentando che il maiale sia di per sé pesante. Chi nella scelta di abolire il maiale ci vede una decisa presa di posizione ‘tollerante’ non sente ragione.

“Così si allontanano i bambini dalle nostre tradizioni – ha sottolineato un papà – La cucina veneta è piena di piatti che contengono carne di maiale. Basti pensare ai salami e alla sopressa, ai nostri allevamenti e ai piatti saporiti della cucina di casa”.

E non basta. “Piano piano ci stiamo adeguando a ‘loro’ – spiega un genitore – Ormai non basta più  che noi autoctoni tolleriamo le differenze culturali e religiose, adesso dobbiamo perfino adeguarci. Da quando in qua in un menù si segnalano gli ingredienti che non ci sono e non si evidenziano quelli che ci sono?”

Anna Bianchini